La Cisl attacca la Regione:
«Ancora fermi su crisi e sviluppo»

Una pagina di pubblicità sul Corriere della Sera, nella sezione dedicata alla Lombardia. La Cisl regionale guidata da Gigi Petteni ha scelto questa strada per criticare la Regione, presieduta da Roberto Formigoni. Sullo sfondo del Pirellone, la Cisl scrive «153 giorni di parole, 153 giorni senza fatti» per rilevare l'assenza di risposte, a cinque mesi dall'insediamento, su una serie di temi a partire da lavoro e sviluppo. Con priorità come la cassa in deroga e la disoccupazione giovanile. Dopo due anni di accordi portati avanti insieme per contrastare la crisi, il malcontento della Cisl era nell'aria.

Nelle ultime settimane si erano succedute prese di posizione di Petteni che parlavano di «Regione sopita e distratta» e si preannunciavano iniziative di mobilitazione. Un disagio condiviso dalle strutture territoriali del sindacato, Bergamo compresa, che avevano deciso di dare un'accelerata alla ripresa del confronto. Perché dalle elezioni a oggi, si spiega negli ambienti della Cisl, non è che non ci siano state riunioni, ma «non hanno prodotto niente». Mentre la crisi continua a essere un «problema enorme» benché ci siano stati alcuni segnali d'inversione. Mercoledì l'uscita con la pagina a pagamento, iniziativa inusuale che non è passata inosservata. Una «critica costruttiva, non possiamo stare fermi», dice Petteni. E la lista delle urgenze parte dalla cassa integrazione in deroga che deve essere rifinanziata per il prossimo anno: «Vogliamo avere certezze per il 2011. I lavoratori devono sapere di avere la copertura economica: non possiamo lasciarli nella preoccupazione».

Alla Cisl si fanno due conti. Per il biennio 2009-2010 alla Lombardia sono state assegnate risorse per un miliardo e mezzo. Stime approssimative, che tengono conto degli interventi di cassa in deroga autorizzati e dell'impiego effettivo che si aggira sul 60%, dicono che la spesa reale sarà attorno al miliardo e 200 milioni. Vuol dire che avanzano 300 milioni per iniziare il 2011. Ma serve un nuovo accordo fra lo Stato e le Regioni, come fu all'inizio di questo biennio. E per avere un'idea di cosa vuol dire la cassa in deroga sul territorio, basti pensare cheper Bergamo una stima parziale che tiene conto solo delle richieste passate dai decreti di autorizzazione regionali, in vigore da giugno del 2009, l'impegno di spesa supera i 232 milioni di euro per oltre 5 mila domande. Una situazione che porta anche il segretario provinciale della Cisl, Ferdinando Piccinini, a dire che «ci sono urgenze che non possono vedere la Regione ferma».

Ma le rivendicazioni della Cisl non si fermano alla cassa in deroga. Petteni continua: «Il 24% dei giovani è disoccupato: servono interventi e azioni concreti. Si è detto che la conciliazione lavoro-famiglia è centrale ma poi non si sono fatte scelte. La contrattazione sui temi del welfare. Lo sviluppo: si è parlato di 40 mila posti di lavoro di qualità nello sviluppo compatibile ma dove, con quali investimenti, in che modo. L'edilizia ha un forte calo occupazionale: serve qualche ragionamento sulle grandi opere e sul piano casa». Alla Cisl dunque non bastano due anni di accordi positivi: «Non possiamo pensare di stare tranquilli. Viviamo di accordi: dobbiamo proseguire in quella direzione e aggiornarli». Per questo la «critica costruttiva» è alla fine una porta aperta: «Mi aspetto che si recuperi il ritmo per aggredire la crisi. È ancora il momento - conclude Petteni - di un'azione congiunta per dare risposte a lavoratori e imprese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA