Fondazione Portaluppi, rischio chiusura
La Cisl: «un danno al territorio»

La zona di Treviglio sta rischiando di perdere una delle migliori espressioni di solidarietà e aiuto ai più deboli: la Fondazione Portaluppi. A segnalarlo con preoccupazione la Cisl di Bergamo.

La zona di Treviglio sta rischiando di perdere una delle migliori espressioni di solidarietà e aiuto ai più deboli: la Fondazione Portaluppi, da anni impegnata nell'assistenza a ragazzi disabili, mamme in difficoltà,  ragazze disagiate e a tutta una serie di persone ai margini della società, ha comunicato nei giorni scorsi la propria intenzione di chiudere alcune delle sue attività «storiche» e ridurre considerevolmente il proprio personale (attualmente 15 i lavoratori in forza alle strutture), in vista di una chiusura totale dell'esperienza nata nel XIX secolo come orfanotrofio e dal 2005 trasformata in Fondazione.

Secondo la Cisl di Bergamo, che segnala della chiusura, questo comporterebbe «notevoli disagi, oltre che ai lavoratori, a una serie di persone e famiglie (qualche decina sono gli utenti della Fondazione) che sull'appoggio della Portaluppi fanno da tempo affidamento, e alla rete di servizi pubblici e comunali che sfrutta strutture e professionalità qui presenti». La Portaluppi estende i propri servizi nei campi dell'assistenza, del recupero e dell'aiuto, e nel corso degli anni ha ospitato e risolto molte situazioni difficili.

Adesso, la Cisl informa che in un recente incontro, la direzione della Fondazione Portaluppi ha formalmente dichiarato la propria intenzione di effettuare tagli onerosi dell'organico attualmente in forza, e di riflesso un ridimensionamento delle attività erogate. «Tutto ciò, senza nemmeno tentare l'applicazione di un piano graduale di risanamento economico ed organizzativo, come richiesto dal sindacato- spiega Giulio Pennacchia, per la Funzione pubblica Cisl -. Il piano di riorganizzazione inviatoci da Fondazione Portaluppi prevede chiusure di servizi e conseguenti esuberi di personale, dismissioni a soggetti terzi di servizi oggi direttamente gestiti».

Il sindacato chiede quindi con forza l'intervento degli enti locali, dal momento che «la necessità di garantire continuità ai servizi sociali e assistenziali prescinde dalla responsabilità della gestione diretta, coinvolgendo nell'obbligo soprattutto i soggetti che istituzionalmente compaiono come i garanti della loro salvaguardia e della loro qualità». Nei prossimi giorni la richiesta verrà ufficializzata al Comune di Treviglio, alle prese con le pratiche per la nascita della nuova giunta.

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