Banche fra crisi e riorganizzazione
E scende il numero delle filiali

Le banche in questi ultimi mesi hanno avuto altro a cui pensare. La crisi dell'economia, i conti, e la necessità di rafforzamento patrimoniale hanno fatto passare in secondo piano lo sviluppo territoriale. Ora con le riorganizzazioni si pensa anche a tagliare.

Le banche in questi ultimi mesi hanno avuto altro a cui pensare. La crisi dell'economia, i conti meno brillanti del passato e la necessità di rafforzamento patrimoniale hanno fatto passare in secondo piano lo sviluppo territoriale. Anzi, adesso, nelle sempre più diffuse riorganizzazioni, si pensa semmai a tagliare.

Per il secondo anno consecutivo così in provincia di Bergamo è sceso il numero degli sportelli bancari, seppure di una sola unità, a quota 765. La situazione al 31 luglio, sui dati di Bankitalia, conferma i 59 istituti di un anno prima. Ad agosto però, sono uscite dalla provincia la Popolare di Crema, la Popolare di Cremona e la Popolare di Lodi, a seguito della cessione interna al gruppo Banco Popolare dei loro sportelli bergamaschi al Creberg.

Restando ai dati al 31 luglio, nei dodici mesi precedenti hanno lasciato la piazza bergamasca tre banche: Unicredit Private Banking e Unicredit Corporate Banking, fuse il 31 ottobre scorso in Unicredit Banca, e la Popolare di Intra, che aveva rilevato in precedenza la rete di sportelli Banca di Bergamo, incorporata a novembre nella controllante Veneto Banca Holding.

Le tre nuove banche sulla piazza sono invece la stessa Veneto Banca Holding, peraltro già operativa in provincia come Banca di Bergamo, e due debuttanti assolute: la Cassa Lombarda, che ha aperto il 22 novembre in via XX Settembre e la Cassa Padana, banca di credito cooperativo a Rogno dal 2 novembre.

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