Belgravia, licenziato delegato sindacale
La Cgil impugna, grazie all'articolo 18

La Belgravia di Azzano licenzia un delegato sindacale («che avrebbe minacciato i collegi»). L'ufficio vertenze della Cgil di Bergamo ha impugnato il provvedimento sulla scorta dell'art. 18: un'impugnativa per motivi sindacali.

La Belgravia di Azzano licenzia un delegato sindacale («che avrebbe minacciato i collegi»). L'ufficio vertenze della Cgil di Bergamo ha impugnato il provvedimento sulla scorta dell'art. 18: un'impugnativa per motivi sindacali, per cui è prevista una procedura d'urgenza.

Il comunicato della Cgil
Sui 47 dipendenti della Belgravia arl di Azzano San Paolo una ventina è assunto a tempo determinato (senza contare i 15 somministrati). Proprio nel bel mezzo della difficile trattativa per la stabilizzazione dei lavoratori a termine è arrivato il licenziamento disciplinare di un neodelegato componente della Rsu, organismo eletto per la prima volta nella storia dell'azienda il 7 marzo scorso.

Specializzata nel settore del confezionamento di verdura, il cosiddetto settore della IV gamma, cioè quello di prodotti orticoli e frutticoli freschi, selezionati e confezionati in buste o vaschette, Belgravia arl ha un organico composto quasi esclusivamente da lavoratori di nazionalità indiana o pachistana.

Nella lettera di licenziamento recapitata a Kumar Rakesh, da dieci anni al lavoro nell'azienda e da cinque capo reparto, si legge che il provvedimento è stato preso a causa di "minacce verbali ai propri colleghi di lavoro al fine di non farli ottemperare ai propri doveri sul posto di lavoro e come conseguenza mettere in difficoltà l'azienda”.

«Premesso che di minacce proprio non ce ne sono state, il licenziamento arriva dopo il confronto avuto con la direzione venerdì scorso, 23 marzo», spiega Francesca Seghezzi della segreteria provinciale della Flai-Cgil di Bergamo, che sta seguendo la vertenza. «Un confronto per ottenere il quale abbiamo faticato, vista la riluttanza dell'azienda. All'ordine del giorno c'era la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato. Al riguardo la direzione ci ha detto che non era in grado di rispondere, rimandandoci alla seconda metà di maggio, malgrado alcuni contratti siano in scadenza e altri proprio a maggio».

Visto il rifiuto aziendale di discutere della questione, le Rsu hanno convocato per martedì prossimo, 3 aprile, l'assemblea dei lavoratori con l'obiettivo (iniziale) di discutere dell'esito dell'incontro, avviare il blocco degli straordinari e proporre una giornata di sciopero.

«Alla luce del licenziamento, durante l'assemblea chiederemo ai lavoratori di votare la proclamazione di due giornate di sciopero, più il fermo degli straordinari» continua Seghezzi.

Dunque dopo l'incontro della scorsa settimana andato a vuoto e dopo una prima giornata senza straordinari, sabato scorso, tre giorni fa la direzione e la proprietà hanno convocato Kumar Rakesh e un suo collega (che al termine del confronto ha firmato le proprie dimissioni) per dire loro di smetterla di «minacciare» gli altri lavoratori con l'obiettivo di costringerli a non svolgere il lavoro straordinario.

«Quello che, senza minacce, Kumar Rakesh ha fatto è, insieme al resto della RSU, chiedere ai lavoratori di attenersi alle ore previste nel loro contratto in un'azienda dove gli straordinari sono una prassi quotidiana usatissima», aggiunge Seghezzi.

«Non ho fatto nulla di male, non ho minacciato nessuno, ho lavorato sempre, per 10 anni nello stesso posto ed ora che sono delegato è successo tutto in un colpo e ho perso il lavoro, mentre chiedevo solo il rispetto dei diritti», ha spiegato Kumar Rakesh.

L'Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo ha impugnato oggi il licenziamento sulla scorta dell'art. 18: si tratta di un'impugnativa per motivi sindacali, per cui è prevista una procedura d'urgenza.

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