Ubi, passano bilancio e dividendo
Jannone: «Ora cambio di rotta»

L'assemblea degli azionisti di Ubi Banca ha approvato il bilancio, con una perdita di 1,8 miliardi di euro e lo stacco del dividendo di 5 centesimi. Voti a favore 3.480, tra questi anche quello di Jannone che chiede «un cambiamento di rotta nella gestione».

L'assemblea degli azionisti di Ubi Banca ha approvato il bilancio, con una perdita di 1,8 miliardi di euro e lo stacco del dividendo di 5 centesimi, con 3.480 voti favorevoli, 19 contrari e un solo astenuto. A votare a favore anche Giorgio Jannone, deputato Pdl e presidente dell'Associazione Azionisti Ubi Banca, solitamente critico nei confronti dell'attuale gestione della banca.

Jannone ha fatto sapere - attraverso una nota - di aver chiesto al vertice della banca un «visibile cambiamento di rotta nella gestione, sin qui deficitaria». «Oggi - ha scritto - sono intervenuti più di 3.000 soci, con una affluenza record grazie alla nostra associazione, e la stragrande maggioranza di essi ha palesato, con comportamenti ed interventi inequivocabili, la necessità di urgenti segnali di rinnovamento».

«Se le nostre istanze non verranno percepite - ha proseguito - ci misureremo democraticamente nella prossima assemblea, quella che conta davvero, quella in cui scadono tutte le cariche statutarie», prevista nel 2013. Jannone ha confermato il proprio voto a favore: «Pur sottolineando serie perplessità di matrice tecnica - ha scritto - per senso di responsabilità abbiamo votato a favore dell'approvazione del bilancio 2011, ma nel contempo abbiamo ribadito che già da lunedì auspichiamo ed attendiamo un visibile cambiamento di rotta nella gestione».

Tra i 39 interventi registrati, in generale, al di là di chi ha voluto riconoscere, ma anche stimolare, la banca a continuare ad esercitare il proprio ruolo di banca del territorio, sotto la lente dei soci-azionisti sono finiti, la «drammaticità dei conti Ubi», la svalutazione del titolo e il dividendo ridottosi al lumicino (0,05 euro ad azione in pagamento il 21 maggio con valuta il 24 maggio NdR), così come (in particolare dal mondo dei sindacati) la critica sulle politiche di gestione «tutte rivolte ai tagli sul personale» senza «spunti programmatici per il rilancio dell'attività». Ma anche la «drammatica presenza in bilancio della partecipazione Intesa svalutatasi di oltre 630 milioni di euro dall'avvio del processo unitario di Ubi Banca», l'«assenza di autocritica sugli errori di gestione commessi», la necessità di una «revisione profonda sul modello di governance e federativo degli istituti rete». Delle politiche di funding con l'approvvigionamento per 12 miliardi di euro alla Bce, delle risposte all'abbassamento del rating da parte delle agenzie di valutazione. Dalla supervalutazione degli emolumenti dei top manager alle «troppe auto blu» della banca. Alla necessità di rinnovamento della governance della banca.

Repliche cortesi e circostanziate quelle dei presidenti: in certi frangenti «secche» quelle del consigliere delegato. Faissola ha ricordato lo scenario complessivo in cui la banca opera e come lo tsunami economico globale abbia inciso sulla gestione del mondo bancario. Sottolineando però la solidità di cui gode Ubi. Il presidente Emilio Zanetti, dal canto suo, ha sottolineato la grande attenzione riservata sempre al personale mentre nel suo intervento in apertura di assemblea, aveva già evidenziato il miglioramento dei coefficienti patrimoniali, l'impegno prossimo al raggiungimento dell'obiettivo del 9% di Core Tier 1 raccomandato dall'Eba, l'impegno sul fronte operativo con masse amministrate per 175 miliardi di euro, impieghi prossimi ai 100 miliardi con grande attenzione al settore retail e Pmi. Massiah ha ribattuto su tutte le osservazioni critiche: sui top manager ha rivendicato la presenza di politiche di rigore («io bonus non ne prendo da 4 anni»); su Intesa ha spiegato che la svalutazione più consistente («quasi 500 milioni») è riferibile a 4 anni specificando che la partecipazione a «prezzo di target definito, e comunque raggiungibile» sarà ceduta. Sul titolo ha spiegato che l'andamento è «tra i meno peggiori» nella situazione generale negativa; su sofferenze e svalutazioni ha ribadito la loro adeguatezza a fronte di «certificazioni e valutazioni ispettive» interne ed esterne.

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