Suolo agricolo: record di consumo
Per Bergamo -24% in 10 anni

Nel panorama lombardo il maggior consumo di suolo agricolo si è verificato nella Bergamasca. Secondo i dati del 6° Censimento generale dell'Agricoltura elaborato dall'Istat, nella Bergamasca la superficie agricola dal 2000 al 2010 è diminuita di quasi il 24%.

Nel panorama lombardo il maggior consumo di suolo agricolo si è verificato in provincia di Bergamo. Secondo i dati del 6° Censimento Generale dell'Agricoltura elaborato dall'Istat, infatti, nella Bergamasca la superficie agricola dal 2000 al 2010 è diminuita di quasi il 24%.

Segue la provincia di Sondrio con una riduzione del 19,2 per cento e la provincia di Lecco con una riduzione del 13,1 per cento. «È una situazione a dir poco drammatica - dice il presidente della Coldiretti di Bergamo, Alberto Brivio - soprattutto se si considera che in questi dati non rientrano gli ettari consumati dalle grandi infrastrutture che in questi ultimi mesi hanno pesantemente sfregiato la nostra campagna. In una fase storica in cui la capacità di produrre cibo per "sfamare" la popolazione diventa sempre più centrale, è preoccupante vedere così poca sensibilità verso la scomparsa del terreno agricolo, un fattore fondamentale per la coltivazione».

Nel nostro Paese in 10 anni la superficie agricola utilizzata (Sau) è diminuita del 2,3%, quasi 300mila ettari in meno. «Il fenomeno è ancora più grave se si considera che le derrate alimentari sono diventate oggetto di speculazione - prosegue Brivio - e che la stabilità sociale di alcuni Paesi è stata minata proprio dagli alti costi di alcuni generi alimentari di prima necessità. Non intendo certo fare dell'allarmismo, ma stiamo percorrendo una strada senza ritorno».

«Per il nostro futuro è di fondamentale importanza difendere il nostro patrimonio agricolo e la nostra disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati, a cominciare dalla soia per passare al grano e anche al mais. Assume quindi una rilevante importanza la bozza del disegno di legge illustrata oggi dal ministro Mario Catania per la tutela del suolo agricolo e per fermare il consumo della terra».

Il pericolo è che dalla crisi economica si passi a quella alimentare. Il 46 per cento degli italiani è preoccupato che la produzione di cibo non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno della popolazione anche per effetto del calo delle terra coltivata. Secondo l'ultimo rapporto Ocse-Fao la produzione agricola dovrà crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per far fronte all'aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale.

«Se continuiamo di questo passo - sostiene Brivio - sulle nostre belle strade a circolare non saranno i nostri prodotti agricoli bensì quelli che dovremo comprare da altri Paesi al prezzo che ci verrà imposto e con la qualità che altri decideranno. Se non avremo più terreno da coltivare è questo ciò che ci aspetta. Non è un caso che si assista nel mondo alla corsa all'accaparramento delle materie prime agricole con pesanti investimenti nell'acquisto di terreni da parte di investitori istituzionali a partire dalla Cina e dai Paesi Arabi per garantirsi l'approvvigionamento alimentare. Un nuovo colonialismo che ha portato ad essere oggetto di negoziazione nel mondo dai 50 agli 80 milioni di ettari, di cui oltre i due terzi nell'Africa sub sahariana, laddove Etiopia, Mozambico e Sudan hanno concesso le quantità di superficie più rilevanti».

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