Dalle banche fumata grigia:
Honeggere a un nuovo incontro

Fumata grigia lunedì all'incontro tra il pool di banche creditrici e Pietro e Angelo Zambaiti, titolari del Cotonificio Honegger. Gli istituti di credito non hanno accordato quegli affidamenti (si parla di circa 10 milioni) necessari per far partire la newco

Fumata grigia lunedì all'incontro tra il pool di banche creditrici e Pietro e Angelo Zambaiti, titolari del Cotonificio Honegger. Gli istituti di credito non hanno accordato quegli affidamenti (si parla di circa dieci milioni di euro) necessari per far partire la newco, la nuova società Honegger srl che, con un massimo di 131 lavoratori, dovrebbe raccogliere l'eredità del Cotonificio Honegger spa oggi in liquidazione e portare avanti la produzione di tessuti, ma non li hanno neppure negati: la trattativa resta aperta, e le parti torneranno ad incontrarsi nel giro di un paio di settimane, una volta che gli Zambaiti avranno fornito agli istituti di credito una serie di chiarimenti richiesti.

Tutto resta dunque in sospeso, si tratta di capire quali sono i margini di manovra e, dunque, quali possibilità avrà il gruppo tessile di Albino di venire incontro alle richieste del pool di banche (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Bergamo-Ubi, Creberg, Bnl, Monte Paschi, Veneto Banca, Credito Valtellinese).

Tra l'altro, ieri gli Zambaiti non hanno potuto neppure presentarsi al confronto con gli istituti creditori con in mano una proposta scritta da parte del gruppo alimentare veneto Rossetto che potrebbe subentrare al gruppo Lombardini nell'accordo di programma per la realizzazione di un supermercato nell'area ex Honegger di Albino, assumendo 80-100 dipendenti del Cotonificio. Una proposta messa nero su bianco dal gruppo Rossetto, forse non sarebbe stata sufficiente a cambiare l'esito dell'incontro di ieri, ma certamente avrebbe dato più forza alle posizioni degli Zambaiti.

«Il tavolo con le banche - sintetizza il legale della società, Enrico Felli - resta aperto. Il pool di banche ci ha formulato una serie di richieste di carattere tecnico, relative sia alla forma dei finanziamenti che verrebbero erogati dalle banche alla newco sia per il mantenimento delle linee necessarie per far fronte ai fabbisogni immediati e all'operatività tecnica della vecchia società, in attesa di mettere a punto il piano presentato alla luce delle ultime evoluzioni consistenti da un lato nelle difficoltà legate all'accordo di programma e dall'altro nella necessità di rivedere alcuni aspetti aziendali determinati dall'allungamento dei tempi».

Resta, dunque, da superare qualche ostacolo che - par di capire - viene posto solo da qualcuna delle banche creditrici. Le banche nazionali ramificate in provincia e quelle locali mostrano, cioè, una maggiore sensibilità ai problemi dell'azienda e, di conseguenza, del territorio, rispetto a qualche altro istituto meno radicato.

Sull'esito del prossimo incontro con le banche gli Zambaiti e Felli non si sbilanciano: senza eccedere in un ottimismo fuori luogo, sottolineano che «il fatto che ci si sia lasciati con un impegno a trasmettere dei dati e a fare delle verifiche congiunte lascia aperta la possibilità di una soluzione condivisa della crisi».

Nel frattempo, però, bisogna fare i conti con i sindacati e i lavoratori: Cgil, Cisl e Uil nei giorni scorsi avevano lanciato un appello alle banche avvertendo che sono in gioco i 350 lavoratori più 150 dell'indotto e che, in mancanza di risposte adeguate, avrebbero chiesto la convocazione di un tavolo di crisi con Provincia, Confindustria Bergamo, Honegger e banche. E domani alle 10 è convocata ad Albino l'assemblea dei lavoratori.

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