Novità per la Itema di Colzate
I figli di Gianni Radici al 60%

Si profila l'uscita della Miro Radici Family of Companies da Itema, il gruppo meccanotessile di Colzate guidato per vent'anni dallo stesso Miro Radici che, partendo dall'allora Somet, ha fatto crescere nel mondo un gruppo internazionale.

Si profila l'uscita della Miro Radici Family of Companies da Itema, il gruppo meccanotessile di Colzate guidato per vent'anni dallo stesso Miro Radici che, partendo dall'allora Somet, ha fatto crescere nel mondo un gruppo internazionale. Si stanno definendo infatti in questi giorni i contorni di un accordo con gli altri azionisti di Itema, la Ser della famiglia di Gianni Radici e le famiglie Arizzi e Torri, per la cessione da parte della società riconducibile alla famiglia di Miro Radici della sua partecipazione pari al 37,5% nel gruppo produttore di telai.

Quando l'operazione sarà perfezionata, il nuovo assetto proprietario vedrà dunque salire dall'attuale 37,5% al 60% la Ser, Società elettrica Radici e che rappresenta la holding compartecipata dai fratelli Paolo, Angelo, Maurizio, Brunella e Maria Grazia, figli di Gianni Radici. Allo stesso modo saliranno dal 25% al 40% le famiglie Arizzi e Torri.

Il passaggio delle quote azionarie di Itema, che solo tra Colzate e Vilminore occupa 400 persone, ha sedi produttive in Svizzera e in Cina e si appresta a chiudere l'anno con un fatturato attorno ai 195 milioni, si presenta come un'opportunità da cogliere per tutti i protagonisti. Per la Ser si tratta di acquisire pro quota insieme alle famiglie Arizzi e Torri la totalità del capitale sociale di Itema nella convinzione, supportata dal management, di poter far crescere l'azienda che proprio negli ultimi mesi ha lanciato i nuovi telai che stanno raccogliendo riscontri positivi sui mercati. Per la Miro Radici Family of Companies si tratta invece di cogliere l'opportunità di realizzare una partecipazione diventata sostanzialmente finanziaria, chiudendo così un percorso di uscita che era iniziato nell'aprile del 2010 quando Miro Radici, dopo aver affrontato gli anni duri della crisi, fece un passo indietro sul piano operativo e passò la mano ai manager.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 28 dicembre

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