L'anno nuovo si è aperto
con oltre mille licenziamenti

Un centinaio in meno rispetto a gennaio dell'anno scorso, ma comunque sopra quota mille. È il numero dei licenziamenti con cui si è aperto l'anno: 1.053, contro i 1.165 di gennaio 2012. Le liste di mobilità sono state approvate mercoledì 16 gennaio.

Un centinaio in meno rispetto a gennaio dell'anno scorso, ma comunque sopra quota mille. È il numero dei licenziamenti con cui si è aperto l'anno: 1.053, contro i 1.165 di gennaio 2012. Le liste di mobilità sono state approvate mercoledì 16 gennaio dalla sottocommissione provinciale sugli ammortizzatori sociali e nelle prossime settimane passeranno al vaglio della sottocommissione regionale.

Analizzando la composizione del dato, si nota come 577 licenziamenti siano avvenuti in realtà medio-grandi e 476 in piccole aziende, in controtendenza rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, quando i licenziati con la legge 236 erano 797 e quelli con la 223 erano 368.

Tornano quindi a crescere gli iscritti alle liste di mobilità nelle grandi imprese, quando per tutto il 2012 il maggior numero di licenziamenti si è avuto nelle «piccole» (in totale 6.694 contro i 2.409 delle aziende sopra i 50 dipendenti). Guardando agli ultimi quattro anni gli iscritti alle liste di mobilità 236 sono passati dai 3.942 del 2009 agli oltre 6 mila del 2012, segnando un aumento di quasi il 70%.

Con la riforma del mercato del lavoro, a inizio anno è entrata in vigore una novità. Le imprese interessate ad assumere un lavoratore licenziato da una piccola azienda «non potranno più beneficiare degli sgravi fiscali su cui potevano contare fino al dicembre scorso, perché la legge di stabilità non ha rifinanziato questo capitolo di spesa», come evidenzia Fulvio Bolis della segreteria della Cgil di Bergamo.

Tornando ai numeri, invece, i settori maggiormente coinvolti dai licenziamenti sono in primis l'edilizia, seguita dalla meccanica, il commercio e i servizi e il tessile.

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