Bergamo, metalmeccanica in crisi
Cassa integrazione per 10 mila

Arranca l'industria metalmeccanica lombarda e non sembra riuscire a vedere la fine del tunnel. Nel 2° semestre 2012 sono stati licenziati 3.646 lavoratori, 63.942 quelli messi in cassa integrazione. A Bergamo sono in cassa integrazione 10 mila lavoratori.

Arranca l'industria metalmeccanica lombarda e non sembra riuscire a vedere la fine del tunnel. Nel 2° semestre 2012 sono stati licenziati 3.646 lavoratori (erano 2.356 nel periodo precedente), 63.942 quelli messi in cassa integrazione (erano 58.737).

Ben 2.462 le aziende colpite dalla crisi. È quanto emerge dal 34° rapporto semestrale sulle situazioni di crisi, presentato questa mattina a Milano dalla Fim Lombardia, il sindacato della Cisl del settore metalmeccanico. «A quattro anni dall'avvio della congiuntura negativa l'industria metalmeccanica lombarda non riesce a svincolarsi dalla morsa della crisi - afferma Nicola Alberta, segretario generale della Fim Cisl Lombardia -. La nuova presidenza regionale non potrà sottrarsi e dovrà predisporre un intervento urgente per sostenere le aziende in crisi e agevolarle nell'accesso al credito».

Il 34° rapporto regionale della Fim evidenzia un'impennata della mobilità (+55%) nel secondo semestre 2012, con 139 aziende che hanno proceduto a licenziamenti per quasi quattromila lavoratori. In aumento anche la cassa integrazione ordinaria che registra +10% nel semestre (in sei mesi sono ben 1.633 le aziende che hanno attivato nuove sospensioni di cigo per 42.295 lavoratori) e +38% nei dodici mesi rispetto ai precedenti. Stabile nel periodo la cassa integrazione straordinaria, che vede coinvolti 18.001 lavoratori (rispetto ai 17.941 del periodo precedente).

«La crisi di natura strutturale, con sospensioni di lungo periodo e assenza di prospettive quali la Cigs e la mobilità, mostra la persistenza di uno zoccolo preoccupante e coinvolge ben 885 aziende e 21.647 lavoratori - sottolinea Alberta -. I licenziamenti continuano ad attestarsi su livelli allarmanti, segno evidente di deresponsabilizzazione di diverse imprese rispetto all'impatto sociale».

In aumento l'utilizzo dei contratti di solidarietà: 70 aziende e 7.202 lavoratori nell'ultimo semestre. Arrivano così a quota 299 gli accordi stipulati dal 2010, per 33.687 lavoratori, segno del consolidarsi di una nuova importante attenzione per questo strumento di tutela dell'occupazione.

I territori maggiormente coinvolti sono quelli di Brescia (18,6% delle sospensioni), Milano (17%), Bergamo (15,6%), Brianza (12,8%), seguiti da Lecco e Varese (rispettivamente 8,6% e 6,4%). Queste aree vedono la presenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali che in quelli innovativi del settore metalmeccanico, con una presenza cospicua sia di grandi imprese di livello nazionale e internazionale.

Le imprese di medie-piccole dimensioni sono storicamente radicate in tutti i territori, con un coinvolgimento significativo nelle difficoltà a Milano, Varese e Lecco.

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