Reflui zootecnici, nuove regole
Bergamasca, «mare» di liquami

Un «mare» di liquami potrebbe circolare sulle strade della Bergamasca al più tardi a partire dal prossimo mese di dicembre, quando scadrà la «moratoria» annuale sulla direttiva comunitaria Nitrati concessa dal Parlamento italiano alla fine del 2012.

Un vero e proprio mare di liquami potrebbe circolare sulle strade della Bergamasca al più tardi a partire dal prossimo mese di dicembre, quando scadrà la “moratoria” annuale sulla direttiva comunitaria Nitrati concessa dal Parlamento italiano alla fine del 2012.

In base ai parametri della direttiva UE, infatti, sommando gli “esuberi” di reflui zootecnici delle circa 400 aziende che attualmente non rientrerebbero nei parametri fissati da Bruxelles per lo spandimento, si raggiunge la ragguardevole quota di oltre 2,5 milioni di quintali: questa – secondo i calcoli di ABIA-Confai – la quantità complessiva dei liquami che ogni anno dovrebbero partire da queste aziende per trovare collocazione sui terreni di altri allevamenti, anche fuori provincia.

“La questione ha assunto ormai proporzioni assai preoccupanti - evidenzia Leonardo Bolis, presidente bergamasco e nazionale dei contoterzisti agrari –, che saranno del tutto evidenti alla fine del 2013, se non addirittura prima, qualora il provvedimento italiano di proroga venisse sottoposto alla temuta procedura di infrazione comunitaria. In previsione delle necessità che si potranno verificare, i nostri imprenditori agromeccanici si sono già attrezzati per rispondere alle future richieste di trasporto liquami da parte delle aziende zootecniche”.

Le imprese agromeccaniche bergamasche hanno da tempo in dotazione un elevato numero di macchine agricole provviste di gps “con cui – osserva Bolis – è anche possibile tracciare gli spostamenti di reflui zootecnici dalle zone di produzione ai terreni individuati per lo spandimento, così come l'Unione Europea richiede a fini di protezione ambientale”. A questo riguardo la Direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia ha recentemente emanato disposizioni in merito alle modalità di tali operazioni, stabilendo che il trasporto di liquami da un'azienda ad un'altra dovrà essere sempre accompagnato da un documento contente le informazioni identificative delle aziende coinvolte, nonché quello dell'azienda trasportatrice con identificazione del mezzo di trasporto.

“Su questo punto – sottolinea Enzo Cattaneo, direttore di ABIA-Confai – la Regione ha precisato che il documento in questione deve essere compilato prima del trasporto e che la compilazione è a cura dell'impresa cedente, ossia dell'agricoltore detentore dei liquami in esubero, e non dell'impresa agromeccanica trasportatrice”. Inoltre, una copia del documento dovrà essere conservata dall'impresa cedente, dall'impresa destinataria del carico e dal trasportatore: la documentazione è da tenersi a disposizione per eventuali controlli. A fronte della complessa situazione che presumibilmente si andrà a determinare, ABIA-Confai ripropone infine un'ipotesi operativa già formulata lo scorso anno, ovvero l'istituzione di una vera e propria “Borsa dei liquami”.

“Si tratterebbe di una sorta di listino dei reflui – spiega Cattaneo – con l'obiettivo di favorire l'incontro tra domanda e offerta di terreni disponibili per lo spandimento e di riportare le relative quotazioni su un apposito data base consultabile in tempo reale. Ciò permetterebbe di diminuire i carichi di azoto delle zone più vulnerabili e di delocalizzare parte di questi fertilizzanti naturali verso aree che ne sono invece carenti o verso impianti di biogas per la produzione di energia”.

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