Licenziamenti da gennaio:
persi 4.201 posti di lavoro

Sono 370 i lavoratori che compaiono nella lista di mobilità validata stamattina, lunedì 22 aprile, dalla Sottocommissione provinciale sugli ammortizzatori sociali di Bergamo. Da gennaio persi 4.201 posti di lavoro a tempo indeterminato.

Sono 370 i lavoratori che compaiono nella lista di mobilità validata stamattina, lunedì 22 aprile, dalla Sottocommissione provinciale sugli ammortizzatori sociali di Bergamo e che vanno ad aggiungersi ai moltissimi a tempo indeterminato che sono stati licenziati a partire dall'inizio del 2013 nella nostra provincia. La comparazione con lo stesso periodo del 2012 esclusivamente per le mobilità secondo la legge 223/91 (cioè quelle relative a lavoratori di aziende al di sopra dei 15 dipendenti) conferma il forte aumento dei licenziamenti: nel periodo tra gennaio e aprile dello scorso anno i lavoratori licenziati erano stati 812 mentre nello stesso periodo del 2013 i licenziamenti risultano essere 1.519, con un aumento di 707 unità pari a circa l'87%.

«Nelle precedenti riunioni della Sottocommissione provinciale abbiamo chiesto più volte che ci venisse fornito il dato complessivo dei licenziamenti, quindi anche la cifra dei casi registrati nelle piccole aziende, per avere un quadro complessivo della situazione relativa alla perdita di posti di lavoro a tempo indeterminato» ha spiegato poco fa Fulvio Bolis, responsabile del settore del Mercato del Lavoro per la segreteria provinciale della Cgil, stamane presente alla seduta della Sottocommissione.

«La Provincia ci ha fornito i dati che, ancora una volta, risultano essere davvero allarmanti: nel periodo fra gennaio ed aprile 2013 sono stati licenziati da aziende fino a 15 dipendenti 2.682 lavoratori (nello stesso periodo del 2012 erano stati 2.650). Dunque il dato complessivo ci dice che da gennaio ad oggi si sono persi 4.201 posti di lavoro a tempo indeterminato».

La validazione precedente si era svolta a metà marzo. I comparti più presenti nelle liste validate oggi sono il settore meccanico (209), quello tessile (59) e quello del commercio (31). Si ricorda che le liste dovranno essere, comunque, approvate definitivamente dalla Commissione Regionale.

«Queste cifre devono essere lette anche alla luce dei dati che, sempre la Provincia, ha fornito qualche giorno fa in merito ad avviamenti e cessazioni nel secondo semestre del 2012 - continua Bolis -. Tenendo sempre e comunque presente che avviamenti al lavoro e cessazioni possono riguardare la medesima persona in momenti diversi dell'anno, la Provincia ha registrato un saldo negativo tra i primi e le seconde: nella seconda metà dell'anno, dunque, a fronte di circa 68mila e quattrocento cessazioni, gli avviamenti al lavoro sono stati poco più di 56mila e trecento, con un saldo negativo di quasi 12mila, capovolgendo il risultato positivo (di 1.400 circa) che si era verificato nel primo semestre 2012».

«Complessivamente, lo scorso anno, le cessazioni sono state maggiori degli avviamenti di circa 10mila e cinquecento unità. Ora, non possiamo continuare solo a prendere atto di questi dati, è arrivato (già da molto) il momento di dare risposte efficaci e concrete, di tentare strade nuove, di ragionare su soluzioni non solo dal lato dell'offerta (come gli incentivi per le assunzioni) visto che queste misure non sembrano bastare, ma è più che mai necessario un intervento dal punto di vista della domanda, col sostengo alle imprese affinché restino in piedi. Crediamo importate che anche le realtà produttive che resistono, pur in mezzo alle difficoltà, si indirizzino verso forme come i contratti di solidarietà piuttosto che continuare a ricorrere a cassa integrazione e licenziamenti».

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