Agricoltura flagellata al maltempo
Semine mais in ritardo di 2 mesi

Il maltempo non dà un attimo di tregua agli agricoltori bergamaschi. Dopo aver azzardato alcuni lavori nei campi durante le poche ore di sole dei giorni scorsi, oggi guardano affranti i nuovi disastri causati dalle piogge abbondanti di questa notte.

Il maltempo non dà un attimo di tregua agli agricoltori bergamaschi. Dopo aver azzardato alcuni lavori nei campi durante le poche ore di sole dei giorni scorsi, oggi guardano affranti i nuovi disastri causati dalle piogge abbondanti di questa notte.

«Ormai i normali cicli produttivi di molte colture della nostra provincia sono stati stravolti - sottolinea il presidente della Coldiretti bergamasca, Alberto Brivio - si prospettano danni ingenti. Si stima che per molti raccolti ci sarà una riduzione del 20-30 per cento, ammesso che si riesca a terminare le semine. Stiamo ricevendo anche molte segnalazioni di frane e smottamenti che mettono a rischio fabbricati e vigneti».

«Sui campi si preannunciano forti difficoltà - continua Brivio - con le semine del mais in ritardo di due mesi e perdite delle rese stimabili dal 30 al 40%, si rischia di perdere l'intero primo sfalcio di foraggio che garantisce gran parte dell'alimentazione del bestiame. Problemi si registrano anche per frumento e orzo ed il ritardo di oltre un mese delle semine della soia porterà ad una sensibile riduzione delle rese».

Chi è riuscito a seminare il mais ora teme che i germogli muoiano per la troppa acqua. Fa paura anche la prospettiva che si sviluppino funghi e insetti a causa del clima umido , con ulteriori perdite per le imprese. «La situazione - spiega il presidente della Coldiretti bergamasca - sarà oltremodo pesante per gli allevamenti perché quest'anno, oltre a dover sostenere l'aumento dei costi che si è verificato per l'alimentazione del bestiame, subiranno anche la marcata riduzione delle produzioni aziendali dovute alle avverse condizioni climatiche che farà lievitare i costi di produzione a fronte di prezzi riconosciuti per i prodotti, latte e suini in particolare, che sono già ora al di sotto dei costi necessari per produrli».

La pioggia persistente di questi ultimi due volte mesi ha impedito il reimpianto previsto di circa 20 nuovi vigneti, i viticoltori infatti non sono riusciti a preparare il terreno, a lavorarlo, tanto meno ad impiantare le viti. Per gli impianti produttivi di tutta la Valcalepio, a causa dell'umidità elevata, il rischio di peronospora, (malattia funginea che attacca foglie e grappoli) è altissimo; non solo, gli operatori, a causa dei fondi bagnati e scivolosi, non riescono ad entrare con i mezzi nel vigneto per eseguire i regolari trattamenti fitosanitari a base di rame e zolfo e questo rende ancora più alto il rischio di infezioni funginee.

La vegetazione è molto sviluppata ma la fioritura sembra arretrata. Anche per gli olivicoltori vi sono problemi: non si riescono a completare le potature, le piante, causa temperatura bassa e pioggia, sembrano bloccate e la vegetazione stenta a crescere, alcune varietà presentano scarsissime formazioni di infiorescescenze.

«Serviranno giorni di sole per far asciugare i terreni e sperare che la situazione non peggiori ulteriormente - spiega Brivio -; ormai la stagione è rovinata, per questo con una situazione del genere è necessario attivare lo stato di calamità naturale altrimenti il settore agricolo subirà un colpo dal quale sarà difficile riprendersi».

La più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, neve fuori stagione e un maggiore rischio per gelate tardive sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici che l'agricoltura più di ogni altro settore deve affrontare.

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