Una deroga sulle quote latte
chiesta da tre regioni del Nord

Gli assessori regionali all'agricoltura di Piemonte, Lombardia e Veneto hanno scritto al ministro delle Politiche agricole Nunzia Di Girolamo per invitarlo a «considerare concretamente e in tempi rapidi l'opportunità di reintrodurre la deroga» prevista dalla legge 166/2009 sulle quote latte.

Gli assessori regionali all'agricoltura di Piemonte, Lombardia e Veneto hanno scritto al ministro delle Politiche agricole Nunzia Di Girolamo per invitarlo a «considerare concretamente e in tempi rapidi l'opportunità di reintrodurre la deroga» prevista dalla legge 166/2009 sulle quote latte.

È quanto si legge in una nota in cui viene precisato che i 3 assessori «si associano all'allarme del presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi». Il problema - spiegano i 3 assessori - è legato alla gestione delle quote latte, che «espone 650 imprese agricole a livello nazionale al rischio di mancanza di liquidità, per 4, 5 o 6 mesi, con la conseguenza di una non improbabile chiusura».

Proprio il decadimento della deroga prevista dalla legge 166/2009, secondo i 3 assessori, crea una «situazione di incertezza», che vede le stalle obbligate a subire una trattenuta di 278,3 euro per ogni tonnellata eccedente il monte produttivo autorizzato. Calcolando in 420 euro il corrispettivo fissato per una tonnellata di latte, all'agricoltore rimarrebbero così solo 141,5 euro al netto della trattenuta.

«Non parliamo di colpi di spugna - spiega l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava - ma riteniamo che la priorità sia la sopravvivenza delle stalle lombarde e italiane, tenuto conto che la domanda di latte è in crescita e che, con un crescente fabbisogno di prodotto a livello mondiale, le opportunità di export per il sistema lattiero-caseario italiano siano quanto mai concrete».

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