Niente controlli sull'attività sindacale
Accolto il ricorso presentato dalla Fabi

Il Tribunale di Bergamo accoglie il ricorso della Fabi: l'attività sindacale non può essere oggetto di controllo da parte del datore di lavoro. La vicenda è raccontata in un comunicato stampa diffuso dalla stessa Fabi.

Il Tribunale di Bergamo accoglie il ricorso della Fabi: l'attività sindacale non può essere oggetto di controllo da parte del datore di lavoro. La vicenda è raccontata in un comunicato stampa diffuso dalla stessa Fabi.

«Una sindacalista lodigiana della Bcc di Inzago aveva ricevuto una lettera di richiamo dalla banca per aver esercitato attività sindacale nella filiale di Calusco d'Adda. La Banca di Credito cooperativo d'Inzago è stata condannata per comportamento antisindacale.
A emettere il decreto il tribunale di Bergamo, che ha così dato ragione alla FABI. Era stata, infatti, proprio la sezione lodigiana del sindacato, guidata da Ettore Necchi, a fare causa all'istituto per difendere una propria dirigente sindacale.

I fatti risalgono a un anno fa. La sindacalista, durante l'ora di permesso sindacale regolarmente concessa, aveva svolto la propria attività in una filiale diversa da quella di appartenenza, precisamente presso l'agenzia di Calusco D'Adda, nella bergamasca. Per tutta risposta la banca le aveva inviato una lettera di richiamo.

In poche parole, secondo l'istituto, la dirigente non aveva diritto a esercitare il proprio ruolo in un'altra agenzia del territorio. Il provvedimento è stato quindi subito impugnato dalla FABI di Lodi, assistita dal legale Paolo Berti, che ha citato la banca per comportamento antisindacale.

La linea difensiva, sostanzialmente, faceva leva sul fatto che il datore di lavoro non può controllare l'attività del sindacalista, così come stabilisce lo Statuto dei lavoratori. Una tesi accolta pochi giorni fa dal Tribunale di Bergamo che, se confermata nei prossimi gradi di giudizio, potrebbe fare giurisprudenza anche in tante altre banche.

“Da un punto di vista politico”, ha dichiarato Ettore Necchi, Coordinatore della FABI di Lodi, “questo pronunciamento pone fine a una serie di azioni intimidatorie fatte dagli ex vertici dell'istituto nei confronti di sindacalisti e dipendenti, diventate negli ultimi tempi davvero intollerabili. È una vittoria per il sindacato, ma prima di tutto per i lavoratori che hanno diritto ad avere una propria libera rappresentanza che li tuteli pienamente nel rispetto delle leggi”.

“Siamo ancora in attesa di leggere le motivazioni del provvedimento”, ha commentato a caldo Paolo Berti, legale della FABI, “ma possiamo comunque essere soddisfatti perché con questo pronunciamento si ristabilisce un principio giuridico molto importante: la non controllabilità da parte del datore di lavoro dell'attività sindacale. Una norma che tutela i sindacalisti e li pone al riparo da possibili intimidazioni ad opera della controparte, mettendoli in condizione di svolgere con serenità il proprio ruolo a tutela dei lavoratori ”».

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