Latte, nessuna sanzione Ue
«Politica a sostegno dei produttori»

«Dalla Commissione Ue abbiamo avuto la conferma che l'Italia non dovrà pagare sanzioni a Bruxelles». La dichiarazione è dell'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, che sottolinea: «Ora però serve una politica  asostegno dei produttori».

«Dalla Commissione Ue abbiamo avuto la conferma che l'Italia non dovrà pagare sanzioni a Bruxelles, perché la produzione di latte per la campagna 2012/2013 è rimasta entro i limiti della quota nazionale assegnata. Questo impone delle riflessioni profonde, alle quali non possiamo sottrarci, per assicurare stabilità alle imprese lattiere e impostare un futuro di crescita quando il limite delle quote scomparirà, nel 2015». La dichiarazione è dell'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, che ritiene positiva l'analisi della Commissione europea, che inserisce l'Italia nella casella dei Paesi virtuosi, ma chiede a gran voce, nuovamente, che il super-prelievo venga ridotto a tutti i produttori.

«Vessare mensilmente gli allevatori - ribadisce Fava -, per poi restituire a fine campagna quanto hanno dovuto versare, rappresenta una inutile vessazione, in un momento in cui la crisi e l'aumento dei costi di produzione richiede che alle aziende sia assicurata la più ampia liquidità».

L'assessore all'Agricoltura della Lombardia intende impostare nel futuro Piano di sviluppo rurale per il settennato 2014-2020 politiche condivise con le altre Regioni del Nord Italia, dove si produce la gran parte del latte italiano. «In uno scenario sempre più governato dalla globalizzazione - spiega l'assessore - anche l'Italia dovrà sostenere la propria filiera, promuovendo le produzioni lattiero-casearie di qualità, sostenendo le esportazioni, stringendo accordi per tutelare i prodotti a denominazione d'origine dalla contraffazione».

Se si osserva, tuttavia, chi sono i Paesi che hanno superato la propria quota nazionale (Germania, Austria, Danimarca, Polonia, Cipro, con l'Olanda sanzionata per aver ecceduto la propria quota sulle vendite dirette), si può avanzare anche una lettura circa il futuro: «Pur con qualche eccezione, abbiamo di fronte grandi produttori - commenta l'assessore della prima regione agricola d'Italia - che si stanno attrezzando per affrontare di slancio la liberalizzazione del mercato comunitario».

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