Il lavoro e la riforma della giustizia
Le proposte degli avvocati giuslavoristi

Giustizia: riforme improvvide su processo del lavoro, le proposte degli avvocati giuslavoristi. A Bergamo, il 18 e 19 ottobre il convegno nazionale; sul tavolo i rimedi degli esperti.

Giustizia: riforme improvvide su processo del lavoro, le proposte degli avvocati giuslavoristi. A Bergamo, al Teatro Sociale di Città Alta, il 18 e 19 ottobre il convegno nazionale. Sul tavolo i rimedi degli esperti. Nella prima esperienza applicativa, dopo la sua introduzione, il processo del lavoro «ha coniugato in modo esemplare efficienza e tutela, assicurando sbocco civile e soluzioni di giustizia alle controversie ed alle tensioni sociali che vi stavano alla base nei difficili anni '70 e '80».

Poi il «progressivo deterioramento: nessun piano di investimenti adeguati, riforme sia sostanziali che processuali improvvide, perdita di efficienza del sistema e danno per le tutele che esso deve invece assicurare». Questa la fotografia di Agi, l'associazione degli Avvocati Giuslavoristi Italiani, del processo del lavoro, che terrà a Bergamo il suo convegno nazionale, il 18 e il 19 ottobre prossimi. Con il titolo significativo «40 anni di processo del lavoro: efficienza versus tutela?», gli avvocati giuslavoristi colgono l'occasione dal «compleanno» del processo del lavoro per discuterne, in modo estremamente mirato alla pratica, i problemi che lo affliggono.

Qualche esempio di riforme improvvide? «Per tutte – fa notare il presidente Fabio Rusconi -, quella che, nella Legge Fornero, introduce un processo ad hoc per le controversie sui licenziamenti nelle aziende maggiori: riforma che moltiplica le fasi processuali, crea infiniti problemi di coordinamento con le domande diverse da quella sul licenziamento, pretende applicare, con la bacchetta magica e in totale contraddizione con la situazione di difficoltà attuale dell'intero processo, un rito semplificato ad una disciplina sostanziale, il famoso art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, estremamente più complessa di prima».

Ecco perché tra i rimedi proposti da Agi, c'è l'abolizione del «rito Fornero», che «sta facendo solo danni, ed affidamento alla managerialità dei dirigenti degli Uffici Giudiziari, su cui devono poi essere valutati, delle modalità utili a dare, a cause di tipologia più urgente, tra cui certamente quelle sui licenziamenti, corsie preferenziali e tempi di trattazione scanditi e controllati».

Ma anche «rilancio delle procedure di soluzione delle controversie alternative alla giurisdizione: ad esempio l'arbitrato, opportunamente emendato rispetto alla versione del "collegato lavoro" del 2010: liberamente scelto dalle parti al momento dell'insorgere della lite, affidato a professionisti specializzati, che sia vincolato a decidere secondo diritto e sia impugnabile per le relative violazioni e sia agevolato da un voucher giustizia in cui lo Stato paghi gli arbitri con parte del risparmio che consegue dalla scelta alternativa alla via giudiziaria. E poi misure semplici e davvero a costo zero: quella ad esempio di dare finalmente efficacia inoppugnabile alle transazioni stipulate dalle parti con l'assistenza di avvocati specializzati nella materia del lavoro».

A Bergamo, è attesa la partecipazione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, del sottosegretario al Lavoro Carlo Dell'Aringa e di Pierangelo Albini, Direttore Relazioni Industriali, Sicurezza e Affari Legislativi di Confindustria, oltre agli addetti ai lavori e agli esperti tra avvocati e magistrati, a partire dal presidente della sezione Lavoro della Cassazione Fabrizio Miani Canevari.

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