Promozioni pre saldi invernali
Da Confesercenti un deciso no

Confesercenti Regionale Lombardia dice «no» all'ipotesi di una nuova sospensione del divieto di vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi di fine stagione. A dicembre, nel periodo pre saldi, le vendite sono calate del 20%.

Confesercenti Regionale Lombardia dice «no» all'ipotesi di una nuova sospensione del divieto di vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi di fine stagione. L'Associazione è convinta che, in un periodo tra i più difficili della storia del Paese per le Mpmi commerciali, in particolare per i settori abbigliamento e calzature, la crisi non si possa combattere con la facoltà di effettuare sconti ogni giorno e negozi aperti per 24 ore e per 365 giorni all'anno, bensì incentivando una maggiore capacità di spesa delle famiglie.

«Non si tratta di opinioni - sottolinea Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti Bergamo -. La sospensione del divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi, già sperimentata lo scorso anno, rappresenta infatti un provvedimento che, anziché favorire il consumatore, penalizza le piccolo-medie imprese commerciali, agevolando ancora una volta le grandi catene distributive, le sole in grado di sostenere i costi per il necessario lancio pubblicitario di simili iniziative ed armonizzare i tempi di lavoro del personale dipendente».

Il provvedimento sperimentato lo scorso anno doveva favorire il raggiungimento di due obiettivi: incrementare i consumi e favorire l'occupazione. Ebbene, entrambi sono stati clamorosamente mancati già nella sperimentazione estiva del 2012: i saldi veri e propri hanno perso il loro tradizionale appeal.

Lo dimostra l'indagine commissionata da Confesercenti a Swg. Nel periodo giugno-agosto, secondo i commercianti lombardi intervistati, i ricavi delle vendite nell'80% dei casi sono diminuiti o rimasto invariati; il 67% degli operatori si è detto contrario a ripetere la sperimentazione a dicembre, mentre tutti gli indicatori ufficiali testimoniavano il progressivo aumento della disoccupazione nei settori di riferimento.

A Bergamo è andata anche peggio, perché l'85% dei commercianti ha detto di aver registrato un calo delle vendite del 25% tra luglio e agosto. A dicembre, nel periodo pre saldi, le vendite sono calate del 20%. L'effetto negativo della sperimentazione ha pesato anche sui saldi veri: tra gennaio e febbraio si è registrato uno sconfortante -17%.

Confesercenti ha inoltre voluto nuovamente raccogliere in questi giorni il parere degli operatori del settore moda attraverso un questionario, da cui appare inequivocabilmente che il 90% degli intervistati si dichiara contrario alla liberalizzazione delle vendite promozionali nel periodo antecedenti i saldi e ad una nuova sperimentazione.

Non solo: l'andamento dei ricavi dei saldi con divieto di vendite promozionali, seppur sempre in diminuzione, appare essere stato molto più favorevole. Confesercenti ricorda che, a giugno di quest'anno, l'assessore Cavalli, intervenendo sulla questione, ha più o meno letteralmente affermato: «Dopo un anno di sperimentazione è opportuno ritornare per un anno alle vecchie regole, al fine di potere poi effettuare le giuste comparazioni e scegliere di conseguenza».

Condividendo questa impostazione, Confersecenti chiede che, senza alcuna ulteriore interferenza, si prosegua confermando la scelta di vietare le vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i prossimi saldi invernali, dopodiché si faranno le necessarie valutazioni. Confesercenti porta i risultati del sondaggio all'Osservatorio regionale del Commercio, dove sarà ribadito un secco no a una nuova sperimentazione.

Confesercenti Bergamo


© RIPRODUZIONE RISERVATA