Crisi lavoro: solo uno su tre
trova un'altra occupazione

Bella scoperta, si dirà. Il 61,1% dei lavoratori lombardi che ha perso il posto di lavoro nel 2010 e nel 2011, al 28 febbraio di quest'anno non ha ancora trovato un impiego. Che la ricollocazione non sia propriamente semplice da mettere in atto non è una novità.

Bella scoperta, si dirà. Il 61,1% dei lavoratori lombardi che ha perso il posto di lavoro nel 2010 e nel 2011, al 28 febbraio di quest'anno non ha ancora trovato un impiego. Che la ricollocazione non sia propriamente semplice da mettere in atto non è una novità e a confermarlo ora ci sono i dati dell'Arifl, l'Agenzia regionale per la formazione, l'istruzione e il lavoro, che danno uno spaccato non esattamente incoraggiante. La percentuale di chi è riuscito a ricollocarsi si ferma infatti al 39%, per un totale di circa 385 mila lavoratori della nostra regione, mentre i «non riavviati» sfiorano le 605 mila unità.

Il fattore temporale è una variabile da non sottovalutare se è vero che, come evidenzia il rapporto Arifl, dopo tre mesi di ricerca di un lavoro la probabilità di ritrovare un'occupazione si riduce al 22%. Una buona fetta (pari al 44%) delle persone con contratto cessato fra il 2010 e il 2011, si è ricollocata il giorno successivo alla data di cessazione del contratto precedente.

In questo caso, si può ipotizzare che si tratti di «passaggi da un datore di lavoro all'altro in qualche modo pianificati o effettuati da personale che non ha difficoltà a mantenere una posizione di lavoro stabile», come si legge nel rapporto.

Ecco perché, dice Orazio Amboni della Cgil, «gli accordi sulla mobilità dovrebbero sempre essere legati a percorsi di formazione e ricollocazione pensati per profili professionali che risultino appetibili sul mercato del lavoro».

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