Cassera, la vertenza
si blocca sugli incentivi

Si va verso il mancato accordo alla Cassera di Bergamo dopo l’ultimo incontro tra l'azienda tessile e i sindacati che in pratica ha sancito una distanza netta tra le parti, soprattutto sul fronte degli incentivi. Il mancato accordo riguarda naturalmente il primo periodo previsto dalla norma in riferimento all’apertura della procedura di mobilità (45 giorni, che scadranno la prossima settimana), anche se poi, in fase istituzionale, all’Agenzia regionale, è probabile che entro il termine improrogabile del 7 aprile sindacato e proprietà arriveranno a formalizzare l’intesa, almeno per la cassa integrazione straordinaria di un anno per cessata attività, che eviterebbe quantomeno l’immediata mobilità per 31 dipendenti.
Resta comunque l’amarezza dei rappresentanti dei lavoratori, che si auguravano passi in avanti nella trattativa e che invece nella mattinata di martedì 3 marzo, nell’assemblea convocata d’urgenza in azienda, dovranno riferire ai lavoratori il nulla di fatto. Spiega Sergio Licini di Femca-Cisl: «Al di là dell’anno di cassa straordinaria, ci aspettavamo un piccolo passo avanti dell’azienda sul fronte degli incentivi. Invece ci è stato detto che non c’è un euro a disposizione, un fatto sconcertante e poco credibile per un gruppo solido come quello Inghirami».
Rincara Damiano Bettinaglio di Filta-Cgil: «In pratica l'idea dell'azienda è di liberarsi di 31 persone gratis: non la troviamo una soluzione dignitosa e siamo pronti ancora a batterci per far valere le ragioni di queste lavoratrici».
Adesso si entra in una fase ancor più delicata, perché se anche in sede regionale l’accordo non verrà firmato, per gli esuberi dichiarati la cassa potrebbe allontanarsi e la mobilità diventare subito una certezza. «Un passo davvero difficile il nostro - spiega Gianluigi Cortinovis di Uilta-Uil -, frutto anche di questa svolta inaspettata voluta dall’azienda. Abbiamo ben presente le esigenze dei lavoratori, ma in questa fase non ce la sentiamo di firmare un accordo del genere. Vedremo cosa succederà in sede regionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA