Le banche azioniste, con capofila il Banco Popolare (quota del 30%), hanno lanciato l'ultimo salvagente volto a rimettere in carreggiata la propria partecipata. Per prima cosa avviene il «delisting» da Piazza Affari, dopo quasi 4 anni di quotazioni: il Banco ha deciso di lanciare un'Opa sul 100% del capitale.
La banca verrà smembrata per creare la cosiddetta «bad bank», dove confluiranno i circa 4 miliardi di asset tossici, che dovrebbe accollarsi il Banco Popolare all'80% e la Popolare dell'Emilia Romagna all'11% (Pop. Sondrio al 6% e Bpm al 3%). Si tratta soprattutto di crediti difficilmente esigibili, ovvero di leasing deteriorati erogati durante la gestione precedente, con rate scadute e non pagate che ammontano a circa 180 milioni di euro.
A un'altra società andrà invece la «polpa» dell'istituto. In particolare, l'azionariato dovrebbe vedere la Bper al 36%, il Banco Popolare al 33%, la Bpm al 10% e la Sondrio al 21%. Il perfezionamento dell'operazione dovrebbe avvenire entro fine anno.
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