Edilizia, calano gli addetti
e vola la cassa integrazione

La crisi in Bergamasca non risparmia il settore edile. La conferma arriva dai sindacati che hanno presentato i dati di Edilcassa e della Cassa edile. Il numero degli addetti, nei mesi da gennaio a marzo 2009, è crollato rispetto al 2008: - 7% circa a gennaio (17.379 quest'anno rispetto a 18.658 del 2008), - 7% circa a febbraio (17.373 contro 18.596), - 8% circa a marzo (17.172 contro 18.676).

I dati - precisano Cgil,Cisl e Uil - si riferiscono solo ai lavoratori regolari che hanno operato in cantieri della Bergamasca: non riguardano invece chi ha lavorato in trasferta e, ovviamente, i tanti irregolari che spesso operano nel settore delle costruzioni.

Volano anche le ore di cassa integrazione: erano 73.432 a gennaio 2008 e sono diventate 226.975 nel gennaio del 2009, con un aumento del 209%; erano 27.554 a febbraio '08, 145.643 nello stesso periodo del 2009, + 458%; 22.229 a marzo 2008, 99.411 a marzo 2009, + 347%. Giù anche le ore lavorate: -26% a gennaio e febbraio, con un miglioramento a marzo che resta comunque negativo sul 2008 a -1,27%.

«I dati forniti da EdilCassa e Cassa Edile di Bergamo parlano chiaro - commenta Angelo Chiari, segretario generale FILLEA-CGIL di Bergamo - prendendo in esame lo stesso periodo (da ottobre a marzo) quest'anno si conta un -10% di addetti attivi nel settore, questo significa che circa 2000 unità hanno lasciato l'edilizia. Inoltre possiamo evidenziare un aumento pari a circa il 300% delle ore di cassa integrazione richieste rispetto allo scorso anno, il che nel settore edile è aggravato dalla mancata possibilità di poter prorogare a 52 settimane la cassa integrazione, per cui una volta terminate le 13 settimane di CIGO gli addetti colpiti da questo provvedimento andranno incontro al licenziamento. Tutto questo senza contare tutti quei lavoratori che senza un contratto di lavoro regolare sono stati tra i primi a subire gli effetti negativi della crisi e stimiamo che nella sola provincia di Bergamo circa 1500 unità siano ora senza occupazione».

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