«Cassa, un prolungamento
che tutela il lavoro»

Una scelta strategica che va nella direzione giusta per salvaguardare ulteriormente l'occupazione in questo momento di difficoltà congiunturale. È, in estrema sintesi, il parere del vicepresidente di Confindustria e presidente del gruppo Brembo, Alberto Bombassei.

Una scelta strategica che va nella direzione giusta per salvaguardare ulteriormente l'occupazione in questo momento di difficoltà congiunturale. È, in estrema sintesi, il parere del vicepresidente di Confindustria e presidente del gruppo Brembo, Alberto Bombassei, all'indomani del messaggio d'indirizzo dell'Inps che, di fatto, ha «ordinarizzato» le procedure per l'accesso alla cassa integrazione straordinaria per le aziende che operano in un settore per il quale sia riconosciuto l'oggettivo stato di crisi.

«Un buon passo avanti - esordisce Bombassei -: Confindustria ormai da qualche tempo ribadiva la richiesta della possibilità di una proroga della cassa integrazione ordinaria alla luce del perdurare delle difficoltà congiunturale e con l'obiettivo di rasserenare, in un certo qual senso, le prospettive per i dipendenti delle aziende italiane. Purtroppo, ma questo non è un caso che coinvolge la realtà industriale bergamasca, la difficile situazione dei mercati avrebbe portato nei prossimi mesi (si stima già agosto o settembre) all'esaurimento della copertura della cassa ordinaria per via dell'esaurimento del tempo previsto per legge (52 settimane all'anno Ndr). In questo caso, con la vecchia procedura si sarebbe dovuto prevedere la ripresa delle attività produttive con l'individuazione di un percorso da disegnare ad hoc per ogni singola azienda». Procedura che avrebbe, per così dire, complicato le cose per gli stessi lavoratori, rischiando di aggravare loro le prospettive future. Con la circolare esplicativa dei giorni scorsi, invece, il ministero del Lavoro ha attualizzato il concetto di «evento improvviso ed imprevisto» che genera la «crisi aziendale» nel senso che questa non deve necessariamente fare riferimento a una fattispecie interna alla singola impresa, ma a tutte le situazioni quali «riduzione delle commesse, perdita di quote di mercato interno o internazionale, contrazione delle esportazioni, difficoltà di accesso al credito» che, prolungandosi nel tempo, comportino ricadute negative sui volumi produttivi e sui livelli occupazionali. Da qui l'interpretazione che, a fronte di queste situazioni, un'azienda possa accedere alla Cig straordinaria immediatamente dopo e senza soluzione di continuità con la cassa ordinaria quando questa sia stata fruita nel limite massimo delle 52 settimane.

«In pratica una "continuazione" della Cassa ordinaria, ad ulteriore tutela dei lavoratori - spiega Bombassei -. Un nuovo strumento di flessibilità nelle tutele per la salvaguardia dell'occupazione che giunge dopo l'altro positivo intervento (anche questo richiesto da Confindustria) di calcolare l'utilizzo della Cassa ordinaria a giorni e non più a settimane». Per il vicepresidente di Confindustria, l'auspicio è che «anche questo intervento contribuisca a tutelare ulteriormente i lavoratori. Le aziende stanno facendo di tutto, in questo momento, per difendere l'occupazione. Per le imprese, il personale, è il loro bene principale: in tantissime aziende gli imprenditori stanno facendo di tutto per "coprire" le carenze produttive cercando di garantire i posti di lavoro: si anticipano le ferie degli anni a venire, si mettono risorse personali per mantenere compatta la struttura operativa dell'azienda». In altri termini, a differenza di situazioni che negli anni passati vedevano la scelta della riduzione del personale come mezzo per risollevare le sorti delle imprese, oggi «il nostro personale è visto come una risorsa di cui non si può fare a meno. In moltissimi sono convinti che questo non sia un cambiamento strutturale - spiega ancora Bombassei - ma un momento, seppur difficile e pesante, di transizione: occorre restare pronti per agganciare la fase di ripresa e rilancio. E nessuno vuole perdere le professionalità che ha a disposizione. Nessuno vuole che si evidenzino problemi sociali. Un impegno, quest'ultimo, che deve vedere protagonisti tutti: aziende, sindacati e politica».

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