Madone, stipendi più bassi
per salvare la Bodycote

Anche Bergamo inaugura la stagione dei contratti di solidarietà. Un tipo di ammortizzatore spesso auspicato dalle parti sociali, ma che in provincia non aveva ancora trovato applicazione a livello metalmeccanico (per altri settori come l'alimentare è in vigore quello stipulato alla Sanpellegrino), anche perché comporta una disponibilità aziendale sia sul fronte finanziario sia organizzativo.

È infatti in dirittura d'arrivo, se verranno limati alcuni aspetti nella trattativa che dovrebbe concludersi venerdì, il contratto di solidarietà alla Bodycote di Madone, azienda che si occupa di trattamenti termici e il cui gruppo, di proprietà di un fondo assicurativo inglese, visti i risultati negativi degli ultimi due esercizi, ha proposto ai sindacati (non solo bergamaschi, ma anche bresciani) questo ammortizzatore, coinvolgendo nella rotazione i suoi tre siti: oltre a Madone, con 43 persone è infatti presente anche nel Bresciano con gli stabilimenti di Flero (10 persone) e Rodengo Saiano (35).

«L'azienda - spiega il segretario di Fiom Cgil Mirco Rota - viste le perdite degli ultimi due anni, si è riservata di aprire una discussione con i sindacati per l'apertura di contratti di solidarietà che coinvolgano gli organici di tutti e i tre stabilimenti del gruppo, una novantina di persone in tutto. Nel secondo incontro, previsto venerdì, dovremo entrare meglio nel merito degli aspetti economici, anche se rispetto ad altri ammortizzatori, gli stipendi restano su un livello più accettabile, con le ore non lavorate pagate comunque il 60%. Se chiuderemo, si tratta comunque del primo contratto di solidarietà per il mondo metalmeccanico bergamasco, mentre a Brescia ne hanno già fatti parecchi». In attesa dell'incontro decisivo di venerdì, oggi intanto sono attese le assemblee dei lavoratori, mentre l'azienda preferisce in questo frangente non commentare, in attesa del termine del negoziato.

«Se l'accordo andrà in porto - rileva il segretario di Fim Cisl Ferdinando Uliano - è sicuramente di grande impatto perché sarebbe il primo in Bergamasca per quello che ci riguarda: finalmente anche nel metalmeccanico si inizia a discutere su contratti che consentono di ripartire il lavoro: ci auguriamo possa diventare apripista per altre esperienze analoghe». «È stata l'azienda a proporci il contratto di solidarietà - aggiunge Giovanna Petrasso, sempre di Fim, che a Madone compone la Rsu di Bodycote - e questo è sicuramente un fatto positivo ed inedito. Ora dovremo confrontarci prima con i lavoratori e poi nuovamente con la proprietà per capire come organizzare al meglio la turnazione. Il contratto di solidarietà a nostro giudizio è sicuramente uno strumento sindacale auspicabile, anche se occorre calarlo in una realtà lavorativa complessa, tenendo conto delle varie lavorazioni e degli organici negli stabilimenti: è quello che andremo ad approfondire nell'incontro di venerdì».

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