Gres, le richieste dei lavoratori
Venerdì incontro sindacati-azienda

Una forte determinazione a chiudere la vertenza con un accordo che dia le migliori garanzie possibili ai lavoratori, passando attraverso Cassa speciale, prepensionamenti e soprattutto ricollocazione: queste le conclusioni dei lavoratori della Società del Gres riuniti in assemblea a Petosino di Sorisole, alla vigilia del nuovo incontro tra azienda e sindacati, in programma venerdì mattina 31 luglio, che dovrebbe risultare decisivo, dopo l'intenzione dell'azienda di cessare la produzione di tubi e raccordi in gres ceramico in tempi brevi, chiudendo lo stabilimento.

I sindacati (Femca-Cisl, Filcem-Cgil e la Rsu dove sono presenti rappresentanti di Femca, Filcem e del SinPa) hanno ricostruito la maratona negoziale del primo incontro di venerdì scorso, spiegando ai 148 lavoratori in organico i termini con cui si è chiusa e gli sviluppi che potrebbe avere nel secondo round. «L'assemblea è risultata molto partecipata: un po' tutti si sono resi conto che a questo punto la chiusura diventa difficile da scongiurare - spiega Sergio Licini della Femca-Cisl -; quindi con molta concretezza, la gente ha puntato con determinazione a percorrere la strada degli ammortizzatori sociali. A questo punto diventa decisivo il numero di lavoratori che si potranno ricollocare: chiaramente l'assemblea ha dato mandato a noi per tentare ogni strada, cercando di alzare il più possibile questa soglia».

Nell'ultimo incontro, stante la chiusura dello stabilimento di Sorisole, l'azienda ha invece confermato la possibilità di mantenere una ventina di persone nell'attività commerciale. Sarebbero inoltre una quarantina le persone che possono avere, nei prossimi 24-36 mesi, i requisiti per andare in pensione, permanendo nel frattempo nelle liste di mobilità. Questo numero potrebbe inoltre lievitare se prima dei tre anni di mobilità ci fosse la possibilità di un ricorso a due anni di Cassa straordinaria. Proprio questo sarebbe lo strumento individuato per i restanti lavoratori non vicini alla pensione, che costituiscono ancora il nucleo più numeroso (circa un'ottantina). Visto che si parla di cessata attività (la produzione a Sorisole dovrebbe infatti essere interrotta), il periodo di Cigs potrebbe essere di due anni, con le solite condizioni che riguardano il secondo anno, tra le quali, in particolare, l'uscita dalla cassa di almeno il 40% delle persone al termine dei primi 12 mesi.

Ci sarebbe anche la disponibilità da parte del gruppo Italcementi a valutare la situazione, in particolare per quanto riguarda la cementeria di Calusco d'Adda, mentre ricollocazioni a livello di gruppo in altre zone d'Italia sono state scartate da parte dei sindacati per problemi logistici. Peraltro l'azienda ha sempre dichiarato di voler ricercare per i lavoratori «soluzioni condivise con i sindacati per ridurre al minimo l'impatto sociale derivante dalla perdita delle opportunità di lavoro».

Oltre all'incontro di venerdì, nel taccuino dei sindacati c'è un altro appuntamento a breve in Provincia, per verificare la possibilità di corsi di riqualificazione ad hoc per i lavoratori che entreranno in cassa straordinaria. Tornando alle difficoltà dell'azienda, la produzione era già stata rallentata nei mesi scorsi con il ricorso alla cassa ordinaria a causa di un progressivo calo del mercato delle condutture di qualità per i servizi pubblici. Nel 2008 la società ha registrato un calo del fatturato di 5 milioni e nel 2009 è proseguita una forte contrazione della domanda, con l'aggiunta di una concorrenza straniera sempre più agguerrita.

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