Un bergamasco rilancia l'Innse
Attilio Camozzi: «È la mia sfida»

Dieci mesi a Villongo e poi il trasferimento a Lumezzane, in provincia di Brescia. Perché suo padre, muratore, era in cerca di lavoro. Attilio Camozzi, presidente del gruppo «Camozzi» di Brescia, in questi giorni è al centro delle cronache per essere l'imprenditore intervenuto nella complessa vicenda della «Innse» di via Rubattino a Milano, impegnandosi ad acquisirla.

Le sue origini sono bergamasche: è infatti nato a Villongo nel 1937, ma quando era ancora neonato la famiglia si è trasferita a Lumezzane e ora i motivi che lo portano in Bergamasca sono per lo più legati alle visite ai parenti. «Per me l'acquisto della "Innse" è stata una sfida - dice da buon bergamasco -, e come ogni sfida aveva in sé dei rischi, ma esaminando la situazione ho ritenuto che fosse la cosa giusta da fare».

L'intenzione di Camozzi è quella di creare una «forte sinergia» con la «Innse-Berardi spa» di Brescia (che fa parte del gruppo «Camozzi»), nata verso la fine degli anni novanta dall'unione della «Innse macchine utensili» (che insieme alla «Innse» faceva parte dell'azienda meccanica «Innocenti Santeustacchio») e dalla «Berardi», storica realtà industriale lombarda che vanta la produzione della prima automobile monoposto al mondo, datata 1926. E la «Innse-Berardi» si è così specializzata nella fabbricazione, installazione, riparazione e manutenzione di macchine utensili per la lavorazione dei metalli, in particolare tornitrici, fresatrici e alesatrici di grandi dimensioni per lavorazioni che interessano settori come l'eolico e il nucleare.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 13 agosto

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