Tenaris tra assemblee e sciopero
Forte condanna dei sindacati

Primo giro di assemblee, giovedì, a Dalmine, dopo le pesantissime notizie diffuse lunedì: gli oltre 1000 possibili esuberi annunciati nel piano industriale 2010-2011 del gruppo Tenaris a livello nazionale, che potrebbero significare 836 posti di lavoro da tagliare nei due stabilimenti bergamaschi del gruppo, saranno al centro delle assemblee dei lavoratori di Dalmine dalle 12-14, dalle 14-16 e dalle 22-24 (per ciascuno dei tre turni).

Per venerdì 2 ottobre, sempre a Dalmine, è già stato proclamato dalla RSU e da FIM, FIOM e UILM uno sciopero di 8 ore con presidio a partire dalle 8 del mattino. Per lo stabilimento di Costa Volpino, invece, assemblee coi lavoratori mercoledì 7 ottobre e sciopero martedì 13 ottobre con un presidio.

Dall’Argentina, dove il Gruppo Tenaris ha alcuni stabilimenti, intanto, è arrivata una nota di solidarietà da parte del sindacato locale, la Union Obrera Metallurgica. “Domani illustreremo ai lavoratori il Piano presentato dall’azienda. Il nostro giudizio è assolutamente negativo per quanto riguarda la chiusura dello stabilimento di Piombino e assai critico nei confronti degli interventi di forte ridimensionamento che si prospettano per Costa Volpino e per Dalmine” dice Mirco Rota, segretario generale provinciale della FIOM-CGIL. “L’impatto occupazionale porterebbe ad una riduzione degli occupati di circa un terzo in bergamasca, cioè a 836 su 2.465 che lavorano per Tenaris nella nostra provincia, mettendo a rischio da subito le prospettive industriali di Costa Volpino. Per questo a partire dai prossimi incontri con la controparte (8, 15 e 19 ottobre) entreremo nel merito precisando i punti di contrarietà oltre alla necessità di trovare soluzioni per i lavoratori che saranno coinvolti. Siamo convinti che la difficilissima situazione che si è aperta a in Dalmine-Tenaris non sia solo un problema dei lavoratori di quella grande realtà industriale: la FIOM-CGIL è sempre più certa che serva una mobilitazione generale di tutta l’industria, da realizzarsi attraverso il coinvolgimento delle RSU e dei lavoratori all’inizio di novembre”.

“L’annuncio del Gruppo Tenaris Dalmine di oltre 1.000 esuberi e della chiusura dello stabilimento di Piombino è un atto inaccettabile da parte di una multinazionale che sta ancora facendo ingenti profitti. Ci opporremo con rigore e intransigenza a questi tagli e alla chiusura della fabbrica” ha commentato oggi Giorgio Cremaschi, segretario nazionale FIOM-CGIL, di cui è responsabile per il settore siderurgico. “La Tenaris, come altre multinazionali, deve capire che non può fare quello che vuole e che deve usare almeno una parte dei guadagni a sostegno dell’occupazione e degli stabilimenti industriali. Le decisioni di lotta assunte sono quindi solo un primo segnale che diamo all’azienda: se non tornerà indietro, il conflitto sarà ancora più duro. Governo e Confindustria si diano una mossa, visto che continuano a sostenere che la crisi è finita mentre anche le grandi aziende minacciano i licenziamenti e la chiusura delle fabbriche. Anche per questo i metalmeccanici scenderanno in sciopero in piazza il 9 ottobre”.

Fortemente critiche alle scelte indicate da Tenaris anche la Cisl.
Il consiglio generale FIM CISL di Bergamo, riunitosi mercoledì, «esprime la propria contrarietà e preoccupazione sul piano industriale presentato dalla Tenaris Dalmine che prevede una riorganizzazione con pesanti ricadute occupazionali su tutti i siti italiani: 1024 le eccedenze occupazionali dichiarate su 2814 lavoratori attualmente in forza. Giudichiamo negativamente il costo sociale, prospettato dal piano industriale aziendale, per le famiglie dei lavoratori e il tessuto economico della nostra provincia: 717 sono le eccedenze per Dalmine/Sabbio e 199 per Costa Volpino».

«Il Piano prevede: un forte ridimensionamento delle attività produttive di Costa Volpino e il graduale disimpegno per le attività dello stabilimento FAPI di Dalmine, presentando forti interrogativi sulle prospettive future di queste Fabbriche; una drastica riorganizzazione delle aree a caldo e freddo di FTM di Dalmine (Fabbrica Tubi Medi) e la razionalizzazione degli organici per tutti gli altri siti produttivi, servizi e strutture impiegatizie. Gli investimenti previsti dal piano pari a 114 milioni di euro rappresentano certamente un aspetto positivo, ma le scelte industriali e organizzative, attuate in un contesto di mercato globale caratterizzato da un calo della domanda e un aumento della capacità produttiva, fanno intravedere una scelta aziendale di abbassare ai minimi l'occupazione. Scelta che non può essere condivisa».

«L'obiettivo della FIM-CISL è quella di garantire le prospettive industriali e i livelli occupazionali, oggi fortemente messi in pericolo, e soprattutto quello di impedire processi di espulsione senza prospettive di sicurezza economica e occupazionale per i lavoratori Tenaris e dell'indotto. Il consiglio generale FIM di Bergamo esprime la massima solidarietà e sostegno ai lavoratori della Tenaris Dalmine e alle loro famiglie in un momento di estrema difficoltà e si impegna a sostenere tutte le iniziative utili, di lotta e di pressione, per modificare il piano industriale dell'azienda. Il consiglio generale e la Segreteria della Fim di Bergamo rinnovando il proprio impegno nella gestione di tutte le situazioni di maggiore crisi, Promatech ,Frattini, Comital, Sistem Plast, Toora, Candy Donora, Jabil ecc, auspicano un indispensabile coinvolgimento delle istituzioni, degli enti locali e della politica perchè assumano impegni precisi a favore dei lavoratori e delle loro famiglie».

«Allo stesso modo la Fim-Cisl di Bergamo dichiara la sua determinazione nel proseguire il confronto già avviato con le associazioni imprenditoriali metalmeccaniche bergamasche per una gestione appropriata e condivisa delle ricadute della crisi, a salvaguardia dei livelli occupazionali e del reddito dei lavoratori».

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