Abb Dalmine, 16 licenziamenti per utili gonfiati

Blocco per l’intera giornata dello stabilimento dell’Abb di Dalmine, un’ora di sciopero in tutte le altre 20 aziende del gruppo in Italia, per protestare contro il licenziamento di sedici impiegati della fabbrica bergamasca. Fim, Fiom e Uilm si sono opposti ai licenziamenti e hanno immediatamente dato vita ad un collegio legale unitario per la tutela dei lavoratori interessati. La vicenda - secondo quanto riportato in un comunicato del sindacato - risale a qualche mese fa, quando la capogruppo Svizzera si rese conto che nella contabilità dello stabilimento di Dalmine c’erano delle irregolarità contabili (tra il primo trimestre 1998 e il primo trimestre 2004 gli utili operativi dello stabilimento sono risultati gonfiati per circa 70 milioni di dollari) e denunciò il fatto alle autorità. A quel puntò parti un’indagine interna che portò all’allontanamento di alcuni responsabili dello stabilimento. Inoltre, furono presi dei provvedimenti disciplinari nei confronti di sei dirigenti e 20 impiegati. A 19 di questi venne inflitto un periodo di sospensione cautelare e, oggi, al rientro in azienda, l’amara sorpresa della lettera di licenziamento per sedici di loro.

«In questa vicenda si sono mescolati fatti molto diversi e di gravità assai differente - spiega nella nota Nicola Alberta, segretario lombardo della Fim Cisl, del coordinamento sindacale nazionale ABB - . Giusto punire il falso in bilancio, ben altra cosa invece le irregolarità formali di cui sono accusati gli impiegati, per altro quasi sempre compiute su disposizione dei propri dirigenti. Siamo contrari ai processi sommari. La vicenda deve essere riportata dentro il normale alveo del sistema di positive relazioni sindacali».

«La prefatturazione - denunciano i lavoratori in una nota diffusa dopo l’assemblea - veniva disposta direttamente, con interventi spesso personali, dall’allora direttore generale e l’intera classe manageriale ne era a conoscenza». Gli impiegati che oggi sono stati licenziati invece «non disponevano di alcun potere decisionale, ma eseguivano quanto stabilito, deciso e fortemente imposto dai superiori gerarchici».

(23/07/2004)

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