Albo professionale e formazione
per il fenomeno badanti

Le badanti sono una risorsa. Lo affermano con forza in un documento Fausto Gritti, segretario provinciale della Fnp Cisl (i pensionati della Cisl) e Adriano Allieri, responsabile provinciale dell'Anolf Cisl (Oltre le frontiere).

Le badanti sono una risorsa. Lo affermano con forza in un documento Fausto Gritti, segretario provinciale della Fnp Cisl (i pensionati della Cisl) e Adriano Allieri, responsabile provinciale dell'Anolf Cisl (Oltre le frontiere).

«Quello delle badanti - si legge nel documento - è un fenomeno tipicamente italiano che nasce dall’inadempienza della politica e dall’indebolimento della famiglia. L’invecchiamento della popolazione, la scarsa propensione a far riferimento a istituti specializzati e la progressiva emancipazione femminile sono i fenomeni che l’Italia ha vissuto ma che non ha saputo accompagnare con adeguate politiche di sostegno. E’ in questo contesto di “vuoto politico” che la figura della badante fa il suo ingresso, attualmente ci sono ca. 750 mila unità che realisticamente dovrebbero essere molte di più se si considera che in Italia ci sono oltre 2,6 milioni di non autosufficienti e oltre 6 milioni con problemi di handicap».

«Con l’approvazione del “Pacchetto Sicurezza” il governo ci ha dichiarato tutti più sicuri. La realtà però è ben diversa; di certo siamo più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri. In particolare il lavoro di infermieri, domestiche e badanti che curano anziani, portatori di handicap e bambini, è quello di più prezioso che abbiamo oggi. Considerarli delinquenti è veramente assurdo. Ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano la regolarizzazione secondo il sistema sbagliato dei decreti flussi e intanto sul loro lavoro si regge la nostra vita quotidiana. Basterebbe consultare le loro pratiche per sapere tutto: nome, cognome, luogo di impiego e residenza, nome e indirizzo di chi li impiega. Un attacco sconsiderato che colpisce perfino quel sofferto e traballante welfare fai da te cui le famiglie, innanzi tutto quelle con disabili e anziani a carico, fanno ricorso a salatissime spese, a fronte di uno Stato che non ha il pudore di confermare che ora come ora non c'é un euro per i non-autosufficienti».

«La legge, secondo le intenzioni della politica, vuole colpire gli ingressi, non chi c'è già e questo non è vero. La legge vuole e colpisce nel mucchio. L’introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare provocherà disastri al sistema di assistenza per i disabili e gli anziani e ulteriori difficoltà alle famiglie italiane. Se il governo vuole riparare a questa sciagura ha solo una strada: varare una nuova regolarizzazione di colf e badanti facendo emergere il nero e tenendo conto che il "badato" non può essere trattato come un imprenditore. Inoltre, non rispondere alla richiesta di assistenza comporterà il rischio di consegnare un numero crescente di cittadini immigrati in mano alla criminalità e all'illegalità. Saranno le organizzazioni criminali che si occuperanno dei loro alloggi, della loro salute, del loro lavoro, dei loro risparmi, rendendo ancora più insicuro e fragile il nostro Paese».

«Al Ministero dell'Interno pendono oltre 500 mila domande per ottenere il nulla osta al permesso di soggiorno, relative all'ultimo decreto flussi. Tra il dicembre 2007 e il maggio 2008 le domande sono state 740 mila. Quelle vagliate, stando ai dati di un mese fa, sono state 200 mila: 70mila sono state respinte, 130 mila hanno avuto il nulla osta. Il resto attende ancora una risposta. E’ evidente che il primo provvedimento utile alla nostra società è quello, non di chiusura, bensì di facilitazione dei processi di regolamentazione di colf e badanti svincolato dai flussi. Il secondo aspetto, altrettanto importante, riguarda la possibilità per le famiglie di detrarre dalla dichiarazione dei redditi la quota delle badanti. Infine di dovrebbero prevedere dei bonus alle famiglie in stato di necessità per la regolarizzazione e la creazione di un albo professionale e corsi di formazione come misure che potrebbero permettere al governo di controllare più efficacemente il fenomeno. Il migrante di oggi ha una storia simile a quella degli Italiani che dopo la guerra del 1948 sono stati costretti ad emigrare per dare un futuro migliore a se stessi e alle proprie famiglie. Evidentemente anche stavolta la storia non ci ha insegnato nulla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA