Artigiani, il Comitato unitario non esiste più

La spaccatura tra le organizzazioni è maturata a seguito dell’adesione dell’Unione a Confindustria. Associazione, Cna e Lia riattiveranno un organismo a tre. Gli esclusi: peccato, era possibile proseguire nel lavoro

La tregua è finita. Il momento di riflessione dopo lo «strappo» estivo dell’Unione, che da Confartigianato è passata a Confindustria, ha lasciato il posto alle decisioni forti. Da ieri pomeriggio le strade degli artigiani bergamaschi si dividono: Associazione, Cna e Lia ritengono infatti che «non ci siano più le condizioni oggettive per un Comitato unitario» insieme all’Unione artigiani, nonostante la convinzione di questi ultimi «di poter ancora essere rappresentativi al suo interno».

Risultato: il Comitato che raggruppava tutte le quattro sigle non esiste più. Le tre associazioni artigiane che hanno fatto fronte comune ieri lo hanno azzerato e da oggi sono già al lavoro per il rinnovo dell’organismo senza l’Unione, che invece ha cercato fino all’ultimo di convincerle a continuare il cammino comune a livello provinciale. Tutto vano: è stato un confronto pacato, ma con le posizioni che in tutte le due ore di colloquio non si sono avvicinate di un centimetro.

Alla fine il presidente Remigio Villa ha dovuto prendere atto della diaspora. «Possiamo capire - spiega il presidente dell’Unione - che ci siano state pressioni a livello nazionale che hanno quasi costretto le altre organizzazioni a questo passo. Ne prendiamo atto, anche se eravamo convinti che a livello bergamasco si potesse ancora operare insieme».

Una rottura che, per le tre sigle alleate, era diventata inevitabile perché «figlia» della decisione di luglio dell’Unione: «La scelta dell’Unione - spiegano Associazione, Cna e Lia in un comunicato - è stata percorsa senza un minimo confronto: atteggiamento grave in considerazione dei 15 anni di cammino comune compiuto nell’interesse delle imprese artigiane della provincia di Bergamo».

(21/09/2006)

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