Auto, ora frenata del governo sui nuovi ecobonus. Il ministro: ancora 2 milioni di Euro 1 e 2

Il Governo frena sugli incentivi come unico strumento per rendere accessibili le auto elettriche.

Per spingere le vendite bisogna abbassare anche i prezzi. Una risposta ai costruttori, come Stellantis, che chiedono un aiuto alla domanda per sostenere la diffusione delle e-car, ancora troppo costose per l’elevato prezzo delle materie prime. «Senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media. La sfida è quanto velocemente si riuscirà a ridurre ii costi per venderle anche senza. Basta vedere quanto è successo in Germania: non appena sono stati sospesi gli incentivi, il mercato è crollato», ha detto l’amministratore delegato Carlos Tavares.

«Quando le auto elettriche erano 6.000 il primo anno, 60mila il secondo anno, potevano starci degli incentivi statali, ma se entriamo in un’ottica di milioni o centinaia di migliaia di acquisti, probabilmente qualche effetto sul bilancio dello Stato gli incentivi ce l’avrebbero e diventa molto difficile», spiega il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. «Nessuno mette in dubbio l’auto elettrica, è un obiettivo da raggiungere - ha detto il ministro - anche se non completamente elettrica perché ci sono dei motori endotermici che possono usare biocarburanti, biometano, che possono funzionare. Oggi l’auto elettrica è fatta solo per i ricchi, noi abbiamo un parco auto di 40 milioni di auto, abbiamo ancora due milioni di auto Euro 1- Euro 2, pensare di sostituirle con l’elettrico è inimmaginabile in questo momento, è un percorso da fare ma bisogna essere più razionali ed equilibrati».

«I prezzi sono ancora troppo alti e questo frena gli acquirenti, freddati anche dall’aumento del costo dell’energia (ormai un pieno di elettrico costa come un pieno di benzina) e da un ancora inadeguato sistema infrastrutturale di ricarica».

Linea condivisa da Paolo Ghinzani, presidente del gruppo Concessionari Ascom Bergamo e direttore di Ghinzani Group: «I prezzi sono ancora troppo alti e questo frena gli acquirenti, freddati anche dall’aumento del costo dell’energia (ormai un pieno di elettrico costa come un pieno di benzina) e da un ancora inadeguato sistema infrastrutturale di ricarica».

L’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere in Italia, mette in evidenza che il parco circolante invecchia inesorabilmente, la quota di auto elettrificate nel 2022 è diminuita, lo sviluppo della rete di infrastrutture di ricarica procede con lentezza. La transizione energetica comunque avanza e nel 2022 la quota dei motori a benzina è scesa dal 30% al 27,7% e quella dei diesel dal 22,1% al 19,6%, lasciando la leadership alle auto ibride che salgono al 34%. Le elettriche (pure e ibride plug-in) hanno però subito una drastica battuta d’arresto, perdendo 20.000 unità nel 2022 (-14,8%) e scendendo a quota 8,8% (soprattutto a causa della flessione delle elettriche pure), bloccando l’Italia all’ultimo posto fra i 5 maggiori mercati.

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