Bonduelle, il giudice prende tempo e l’azienda si difende

Neppure lo sciopero dalla fame, avviato nei giorni scorsi da alcuni suoi dipendenti, ha convinto Bonduelle a rinunciare all’ipotesi dei trasferimenti. L’azienda ha confermato la sua posizione durante la seconda udienza - la prima si era tenuta il 27 agosto - al tribunale del lavoro: davanti al giudice gli operai hanno confermato il loro «no» e il magistrato si è riservato di decidere sulla questione, sulla quale si esprimerà nei prossimi giorni, senza però risentire le parti in una nuova udienza.Al tribunale del lavoro la vicenda era approdata in seguito al ricorso presentato il 16 agosto dai legali di Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl. Lo sciopero della fame di sei dipendenti è scattato alla fine della scorsa settimana, nel corso del presidio che è cominciato sabato pomeriggio in piazza Vittorio Veneto, per protesta contro il trasferimento di nove lavoratori nello stabilimento Bonduelle a Battipaglia, in provincia di Salerno. La scelta era stata presa - avevano detto i dipendenti - «far valere i nostri diritti di lavoratori, che Bonduelle ci deve riconoscere. Non andremo a Battipaglia, il lavoro c’è anche a Lallio». Dopo l’incendio che lo scorso 28 febbraio ha distrutto il reparto di produzione della Bonduelle di San Paolo d’Argon, il nuovo sito produttivo di Lallio è attivo dal primo luglio con 91 lavoratori. Trenta dipendenti hanno optato per la mobilità volontaria; per i rimanenti 9 (non disponibili alla mobilità), invece, l’azienda non prevede altra soluzione che il trasferimento. Intanto Bonduelle Italia, attraverso il direttore generale Umberto Galassini, interviene sul sit-in organizzato a Bergamo da un gruppo di dipendenti Bonduelle già in forza allo stabilimento di San Paolo d’Argon che contestano il trasferimento presso lo stabilimento Bonduelle di Battipaglia disposto dall’Azienda.“Pur esprimendo massimo rispetto nei confronti delle posizioni assunte da alcuni nostri operai e non volendo minimamente interferire con le decisioni che assumerà l’organo giudicante chiamato ad pronunciarsi in merito, desidero pacatamente sottolineare come Bonduelle Italia abbia seguito un percorso coerente, improntato a ragionevolezza e alla disponibilità al dialogo, per portare a soluzione la situazione critica creatasi a seguito dell’incendio che ha distrutto gli impianti di San Paolo d’Argon,” precisa Umberto Galassini. “I danni alle strutture e il fermo totale della produzione hanno provocato danni ingentissimi all’azienda, cui si è aggiunto un problema contingente di andamento del mercato del fresco, in stallo al Centro-Nord e in crescita al Meridione. Tuttavia, abbiamo compiuto il massimo sforzo per salvaguardare i posti di lavoro e ricollocare i nostri dipendenti, tant’è vero che solo 8 persone su 140 risultano non ancora ricollocate. Si tratta, per inciso, degli organizzatori del sit-in, che in precedenza hanno rifiutato sia la mobilità sia il trasferimento a Battipaglia”.(09/09/2008)

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