Borregaard Italia ha aperto la procedura di mobilità

È stata formalmente aperta la preannunciata procedura di mobilità per i 74 dipendenti alla Borregaard Italia di Madone. La comunicazione è stata formalizzata il 3 gennaio scorso dall’azienda alle rappresentanze sindacali che ieri pomeriggio hanno avuto con i responsabili della filiale italiana del gruppo chimico norvegese un incontro per verificare gli sviluppi della situazione. Lo scorso ottobre la Borregaard Italia aveva annunciato l’intenzione di chiudere (in assenza di acquirenti interessati a rilevare l’attività italiana) entro la fine del 2004, mettendo così termine all’esperienza italiana del gruppo norvegese avviata dieci anni prima (era l’ottobre del 1994) dopo aver rilevato lo stabilimento bergamasco dall’Enichem.

Come già sottolineato nel corso di questi mesi, anche ieri le rappresentanze sindacali hanno ribadito la necessità, alla luce della scelta dell’azienda di «uscire» da tutte le attività produttive italiane (oltre a Madone, lo ricordiamo, Borregaard ha pure una dipendenza a Ravenna, dove sono impegnati altri 30 lavoratori), di dar corso ad una gestione morbida dell’emergenza. In particolare, anche ieri è stata avanzata la proposta di approdare alla Cassa integrazione straordinaria che permetterebbe ai lavoratori di affrontare la cessazione delle attività in modo più morbido, anche attraverso l’utilizzo di strumenti come corsi di riqualificazione professionale e l’outplacement. «Abbiamo ribadito la nostra richiesta di Cassa integrazione straordinaria alla direzione aziendale - sottolinea Elisabetta Giglio, segretaria della Fillea Cgil di Bergamo -: guardiamo con fiducia a questa possibilità visto come l’azienda sembra disponibile a portare avanti un confronto su questo tema». La discussione su come gestire l’attuale fase proseguirà nei prossimi giorni. Azienda e sindacati hanno in agenda un nuovo incontro per lunedì prossimo dove potrebbero affrontare in modo più specifico questi temi.

(11/01/2005)

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