Coab, attività ferma a casa i 162 dipendenti

Tutti i 162 lavoratori della Coab di Lallio, la Cooperativa agricola bergamasca consorziata con il gruppo Amadori, sono a casa in cassa integrazione a zero ore perché l’attività produttiva a Lallio si è fermata. Ieri il vertice sindacati-azienda non ha sortito alcun effetto positivo. La società ha solo ribadito con forza l’intenzione di voler chiudere lo stabilimento entro il prossimo mese di febbraio.Il macello avicolo - secondo quanto hanno ribadito ieri i vertici aziendali - è destinato a chiudere e dunque per i 162 lavoratori è sempre più concreto il rischio della perdita del posto di lavoro. Nella sede di Lallio della Coab si sono incontrati i sindacati, le Rappresentanze sindacali unitarie, il presidente del consiglio di amministrazione della Coab Mauro Zanotti, i rappresentanti del gruppo Amadori e della famiglia Zanotti proprietaria dello stabilimento.

La Coab ha confermato che l’intenzione è quella di chiudere il sito industriale «il più presto possibile». «Ci chiedono di condividere un percorso di un anno di cassa integrazione straordinaria e di mobilità - dice Orazio Rossi, della segreteria Fai-Cisl di Bergamo -, ma noi non ci stiamo perché non siamo assolutamente convinti delle ragioni che hanno portato la Coab a prendere questa decisione. Quella dell’influenza aviaria sembra più che altro un pretesto e infatti a nostra domanda l’azienda ha risposto che comunque, a prescindere dall’emergenza dell’influenza aviaria, il sito sarebbe andato comunque incontro alla chiusura».

(08/06/2006)

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