Commercio: sì alla legge regionale su orari e vendite promozionali

Il Consiglio Regionale ha approvato la legge, con la quale si introducono alcune significative modifiche all’attuale normativa in materia di vendite straordinarie.

Sono trele variazioni più significative:

- viene esteso il periodo della promozione, che può essere effettuato liberamente lungo tutto il corso dell’anno, con esclusione del mese precedente ai saldi. Attualmente è circoscritto a quattro periodi di un mese ciascuno e su un limitato numero di prodotti".

- i Comuni, su richiesta degli esercenti, possono estendere nei giorni feriali la fascia oraria di apertura e chiusura al pubblico degli esercizi commerciali di vendita al dettaglio tra le 5,00 e le 24,00, fermo restando il limite delle tredici ore giornaliere. L’osservanza della mezza giornata di chiusura infrasettimanale è facoltativa, a discrezione dell’esercente.

- gli outlets, i nuovi centri di vendita del produttore, rientrano in tutto nella normativa generale (gli «spacci aziendali» non sono comunque inseriti nella categoria del commercio).

Altre innovazioni consentono di semplificare largamente la parte burocratica relativa agli adempimenti dei negozi, mentre introducono precise regole per la trasparenza dei prezzi: dovranno essere comparati con i normali prezzi di vendita in maniera immediatamente comprensibile per il consumatore.

Viene inoltre definito che le eventuali vendite causa liquidazione o ristrutturazione possono venire effettuate per una durata massima di sei settimane e per una sola volta nel corso dell’anno.

Una precisazione importante: i nuovi orari di apertura dei negozi rappresentano una possibilità e non certo un obbligo. Sta ai singoli Comuni decidere se adottare questa opportunità per il loro territorio, sulla scorta di loro esclusive valutazioni, connesse alle reali esigenze locali e in base anche alle istanze espresse dai commercianti e dai cittadini.

Per il resto, la Regione sottolinea di aver ritenuto di ampliare la flessibilità di questo settore (ferme restando le tredici ore giornaliere) cogliendo, oltre che le precise indicazioni dell’Unione Europea, anche una diffusa sensibilità espressa dagli operatori.

(20/10/2004)

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