Confesercenti e la riforma del turismo
«Si sdoganano strutture sommerse»

«Tanti buoni principi e qualche ottima idea, ma questo non basta a rendere la nuova riforma del turismo una “buona” riforma”». Così Giacomo Salvi, direttore di Confesercenti Bergamo.

Il direttore Salvi commenta il progetto di legge regionale: “Positivo prevedere partnership pubblico-privato, ma il testo sdogana pratiche ricettive sommerse. Non tollereremo questa deriva, perché mette a rischio imprese e posti di lavoro”

BERGAMO, 13 LUG –

Salvi interviene per commentare il Progetto di Legge regionale n. 236, licenziato dalla Commissione attività produttive del Consiglio regionale lombardo. «Il nuovo Testo unico – sottolinea Salvi - coglie nel segno quando delinea inediti strumenti di pianificazione concertata del settore turistico e quando propone un ruolo più attivo della Regione nei controlli, nonché quando esprime l’intenzione di voler incentivare partenariati pubblico-privati in grado di superare una promozione del territorio che è oggi affidata a troppe anacronistiche strutture».

«Restano però alcune criticità che, di fatto, tendono a “sdoganare” prassi ricettive attualmente sommerse in favore di soggetti non imprenditoriali che operano sempre più intensamente nel settore, ponendosi direttamente in concorrenza con operatori imprenditoriali sottoposti a regole ben più onerose».

Nel mirino ci sono quelle appaiono come strutture ricettive di fatto abusive. «Confesercenti non può condividere questa deriva – avverte il direttore – perché si tratta di un compromesso al ribasso che rischia di determinare la chiusura di tante attività imprenditoriali, la perdita di altrettanti posti di lavoro stabili, nonché l’indebolimento di quella stessa “attrattività del territorio” che pure il nuovo provvedimento si prefigge di promuovere; non è certo dequalificando l’offerta turistica che sarà possibile valorizzare la Lombardia sul piano internazionale».

Confesercenti segue da vicino l’iter legislativo, per fare in modo che dal Pirellone esca un testo davvero innovativo, che dia nuovo slancio al settore turistico con poche regole precise ed efficaci.

«Abbiamo presentato all’inizio di luglio le nostre osservazioni all’ultima versione del provvedimento. Noi non ci tiriamo indietro, nell’intento di tutelare le nostre imprese, rivolgendoci a chiunque voglia confrontarsi su questo provvedimento, nella speranza che chi, quotidianamente, proclama la necessità di sostenere il tessuto produttivo lombardo voglia effettivamente attivarsi in questo momento critico».

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