Dalmine, vertice sugli esuberi

Dalmine, vertice sugli esuberiIncontro a Roma sulle soluzioni possibili per i 136 lavoratori a rischio Il ministero non esclude la cassa integrazione straordinaria, ma pone condizioni

Riunione tecnica al ministero del Lavoro ieri a Roma per capire quali margini possono esserci per ricorrere alla cassa integrazione straordinaria anziché alla mobilità di fronte ai 136 esuberi, 125 impiegati e 11 operai dei servizi generali, dichiarati dalla Dalmine. Il risultato raggiunto è un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Mezzo pieno perché gli esperti del ministero non hanno escluso a priori la possibilità di percorrere la strada della cassa speciale. Mezzo vuoto perché per ottenerla si devono rispettare comunque alcune condizioni che per ora non sono scontate.

Alla verifica con il ministero hanno partecipato l’azienda e i sindacalisti che seguono la vertenza, Gigi Pezzini della Fim-Cisl, Mirco Rota della Fiom-Cgil e Giuliano Gritti, segretario provinciale della Uilm-Uil. La trattativa fra azienda e sindacati riprenderà martedì prossimo, 20 aprile. Oltre alle risposte ricevute dal ministero, i rappresentanti dei lavoratori porteranno al tavolo anche l’esito degli incontri per area già svolti: l’obiettivo era verificare le ricadute sull’organizzazione del lavoro dei nuovi servizi informativi.

Fin dall’inizio l’azienda, pur senza escludere altre soluzioni, aveva prospettato il ricorso alla mobilità come l’unica strada praticabile dal punto di vista tecnico. Secondo il ministero c’è la possibilità di utilizzare la cassa speciale, per un periodo massimo di dodici mesi, per crisi. La ristrutturazione o la riorganizzazione, che sono le altre motivazioni su cui si fonda di solito la cassa straordinaria, sembrano escluse dal momento che l’operazione in corso non si accompagna a investimenti e prevede la soppressione e non lo spostamento di alcune attività, abolizione derivata dalla decisione di accentrare alcune funzioni a livello di Tenaris. La richiesta di cassa per crisi, e per crisi s’intendono fattori diversi come l’andamento del mercato o l’incidenza dei costi, necessita comunque di un piano di risanamento e di riqualificazione e recupero anche parziale del personale. Su questa opzione i sindacati insisteranno nel prossimo incontro con l’azienda, anche se la strada si presenta in salita.

La trattativa di martedì sarà preceduta dal coordinamento nazionale dei sindacati Dalmine che si riunirà domani per informare i lavoratori degli altri stabilimenti (Costa Volpino, Arcore e Piombino) della situazione.

(15/04/2004)

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