Edilizia, sembra un crollo senza fine
Bergamo: perso un lavoratore su tre

Sembra non finire mai il crollo degli occupati in edilizia. Secondo gli ultimi dati Istat, le costruzioni assistono da 18 trimestri consecutivi, quasi 5 anni, ad una contrazione del numero degli occupati che non ha pari in altri settori economici.

Da fine 2009 al fine 2014 gli occupati persi in Italia nel settore sono 500 mila, un quarto del totale. Una situazione drammatica, eppure, sempre se si considera lo stesso arco temporale, se è possibile in Bergamasca, una delle aree più tradizionalmente vocate del settore, la situazione è andata ancora peggio.

«Questi dati non ci dicono niente di nuovo - spiega il presidente di Ance Bergamo Ottorino Bettineschi -, anche perché in provincia le cose sono andate in modo ancora peggiore. Se infatti si considera il periodo 2009-2014, scopriamo che noi abbiamo perso circa 1.200 imprese e 12 mila occupati, che rappresentano quasi il 30% del settore. Quindi la perdita secca per noi, non è un quarto del totale, ma quasi un lavoratore su tre».

Il momento più nero per Bergamo è legato al passaggio tra il 2010 e 2011, quando il valore dell’importo dei lavori aveva registrato una caduta del 46%, passando dai 3 miliardi e mezzo di euro, a un miliardo e 857 milioni. Da qual momento la situazione non si è più risollevata e oggi l’aspetto più nefasto è che la serrata, pur non più virulenta come nei primi 2-3 anni, ancora non si è arrestata, nonostante ci siano dei segnali in controtendenza.

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