Gandalf, il Tribunale chiede chiarimenti

I giudici emiliani vogliono capire se esistono le condizioni per evitare il fallimento

È quella del 21 gennaio la data ultima che il Tribunale di Parma ha stabilito per decidere i destini della Gandalf. Dopo che alcuni amministratori hanno presentato una relazione sullo stato attuale dell’azienda, il Tribunale ha deciso la convocazione allo scopo di verificare alcuni punti del testo.

In particolare si tratta per il Tribunale di avere ulteriori ragguagli per capire se allo stato ci sono o meno le condizioni per evitare il fallimento. In particolare si attendono precisazioni sulla manifestazioni d’interesse dichiarate lo scorso 11 dicembre da Fibit e Natan Pasmo Air.

Pochi giorni fa il consiglio d’amministrazione di Gandalf aveva dichiarato di star valutando l’opportunità di far ricorso a procedure concorsuali che consentano di non disperdere i valori dell’azienda: la presentazione di un eventuale richiesta alternativa al fallimento, come il ricorso al concordato preventivo o l’amministrazione controllata.

Non esistono i «numeri» invece per un’eventuale amministrazione straordinaria (Prodi bis).

Il Tribunale di Parma è competente sulla compagnia, quotata al Nuovo Mercato (anche se il titolo è sospeso da settimane), in quanto Gandalf ha a Parma la sede legale, mentre a Orio al Serio c’è la sede operativa. Ieri è stata una giornata di grande lavoro per il Tribunale di Parma, che, impegnato anche sul fronte Parmalat (e quindi Lactis), ieri ha dichiarato l’insolvenza di un’altra società quotata a Piazza Affari, la Arquati (tendaggi e cornici) con ricorso alla Prodi-bis: amministratore straordinario è stato nominato l’avvocato Daniele Disceplo, che già ha curato il commissariamento e risanamento del Consorzio Agrario Provinciale di Bergamo.

(16/01/2004)

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