La chimica, regina dell’export. In calo il tessile

La ripresa delle esportazioni è sotto il segno della chimica. Segue la meccanica, che si conferma il motore dell’industria orobica, mentre il tessile continua a dibattersi in una fase di stagnazione.

L’andamento settoriale dell’export orobico si evidenzia in questo quadro economico che fa riferimento al primo trimestre 2004: un periodo in cui il prodotto «made in Bergamo» è tornato a vedere un segno positivo nelle sue statistiche evidenziando un incremento del 9,07%: un dato significativamente positivo visto come le nostre vendite oltre frontiera (che complessivamente rappresentano circa il 3,2% delle intere esportazioni nazionali) si confrontano con un incremento italiano che, anno su anno, nello stesso primo trimestre si è attestato a solo l’1,3%.

Secondo le rilevazioni provvisorie stilate dall’Istat la parte del leone l’ha fatta proprio il settore della chimica - e in particolare la chimica di base - e delle fibre sintetiche ed artificiali. Con una quota pari a 307,1 milioni di euro (che vale circa il 15% dell’intero valore di esportazioni orobiche) nei primi tre mesi dell’anno hanno registrato un incremento più che doppio rispetto alla media provinciale, registrando un più 18,39% rispetto al valore esportato nel corso del periodo gennaio-marzo del 2003.

Per quanto riguarda la meccanica, nel primo trimestre il sottosettore dei «manufatti» rappresenta la voce più importante con un risultato di quasi come mezzo miliardo di euro: 479,8 milioni pari a +23,8%. Andamento più contenuto per le vendite all’estero, mentre risulta in calo la vendita delle macchine per le lavorazioni speciali.

Un andamento comunque positivo, anche se con valori leggermente sotto la media, è quello fatto segnare da un altro ambito significativo dell’economia industriale bergamasca i prodotti in metallo: le esportazioni del primo trimestre 2004 hanno fatto registrare un incremento anno su anno pari al 6,57%.

Buoni i risultati dell’industria manifatturiera bergamasca, e quelli delle esportazioni dei prodotti alimentari e del legno, mentre le note dolenti arrivano dal tessile e dall’abbigliamento, con un calo nelle esportazioni pari al 10,8%.

(19/06/2004)

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