La Tastex chiude A casa 37 lavoratori

Ufficializzata l’apertura della mobilità per tutti gli addetti. La crisi del tessile colpisce anche il commercio all’ingrosso

La Tastex Spa di Bergamo, una tra le storiche e più importanti realtà grossiste nel settore tessile a livello nazionali cessa l’attività. La notizia è stata ufficializzata ieri alle segreterie provinciali dei sindacati confederali del commercio con la comunicazione del licenziamento collettivo dei 37 dipendenti.L’ufficializzazione della decisione aziendale (che ieri non ha voluto commentare la vicenda) è giunta nel pomeriggio di ieri con il ricevimento della comunicazione che apre, di fatto la vertenza sindacale, ma non è, come si usa dire in questi casi un «fulmine al ciel sereno».«La possibilità di una cessazione dell’attività era stata anticipata al sindacato appena prima delle ferie estive - commenta Alberto Citerio, della Fisascat-Cisl di Bergamo - ma fino ad oggi (ieri ndr) non aveva ancora i contorni dell’ufficialità». Da alcuni mesi, come racconta infatti il sindacalista, all’azienda di Bergamo erano in corso una serie di contatti legati alla decisione dell’azienda di affrontare in maniera drastica le difficoltà legate al mercato del tessile in generale e, in particolare al settore del commercio all’ingrosso.Come spiega la stessa società nella comunicazione ufficiale al sindacato, i motivi che sottostanno alla decisione di cessare l’attività derivano in particolare dalla «perdurante e progressiva riduzione dei consumi, all’aggressività da parte della concorrenza dei Paesi asiatici, Cina in particolare, che pratica prezzi decisamente inferiori alla media corrente sul mercato europeo, alla diversificazione della distribuzione da parte dei produttori italiani con canali di vendita ce privilegiano la grande distribuzione nella vendita diretta al dettaglio». Da qui, spiega ancora la società nella comunicazione ufficiale, la «difficoltà della società ad operare nell’ambito del nuovo assetto di mercato che si è delineato in questi ultimi anni» che, di fatto, ha determinato «una serie di fattori negativi che incidono pesantemente sui costi e, quindi, sulla possibilità di continuare l’attività produttiva». (12/09/2008)

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