Legler, dopo 125 anni chiude Crespi

Legler, dopo 125 anni chiude CrespiI 200 dipendenti a gennaio torneranno al lavoro, ma a Ponte San Pietro

Dopo 125 anni è finita l’attività produttiva a Crespi d’Adda. Quello di ieri è stato infatti l’ultimo giorno di lavoro, prima del trasferimento a Ponte San Pietro, non solo del personale dei reparti produttivi (tessitura e tintoria), ma anche di quello degli uffici dell’azienda tessile. Il trasloco «coinvolge» circa 200 persone e porta all’unificazione delle due strutture bergamasche del gruppo.

Rispetto ai tempi previsti in estate c’è stata un’accelerazione nel progetto di accorpamento. Si pensava inizialmente ad uno spostamento in due tappe, prima la parte produttiva, in questi giorni, e successivamente gli uffici, l’anno prossimo, con la realizzazione di una nuova palazzina. «Alla fine, per ottimizzare la situazione, anche in relazione al fatto che il mercato in questa fase non è positivo e quindi è meglio realizzare al più presto le sinergie possibili, abbiamo adottato una tecnica diversa - spiega Giuseppe Cipolla, presidente e amministratore delegato della società -. Anziché aspettare la costruzione della nuova palazzina, progetto che peraltro continua, abbiamo utilizzato siti per uffici già esistenti, con l’allestimento di una sede adeguata anche per la parte commerciale».

Così ieri è stato l’ultimo giorno per tutta la Legler a Crespi d’Adda: dal 7 gennaio l’attività riprenderà a Ponte San Pietro, nella sede storica del gruppo, che verrà ad avere un organico di 670 persone, con l’aggiunta dei 200 provenienti da Crespi.

Con lo spostamento del personale peraltro non si conclude l’operazione di trasferimento. «Per l’adeguamento delle strutture sono in corso investimenti per un valore compreso tra i 5 e i 6 milioni di euro, inclusa la realizzazione della palazzina, al momento non ancora iniziata: per quanto riguarda le strutture dell’area produttiva si completerà a marzo. Nel corso del primo trimestre si dovrà completare lo smontaggio e montaggio a Ponte San Pietro di impianti ora a Crespi, con il trasferimento di 64 telai, la linea di tintoria Denim e altre apparecchiature - sottolinea Cipolla -. La seconda categoria di investimenti è invece legata alla modernizzazione degli impianti di Ponte con sostituzione di alcune linee produttive sia per il finissaggio, sia nella preparazione Denim e tinti in pezza (velluti e flat)».

Di uno spostamento da Crespi d’Adda a Ponte San Pietro si era iniziato a parlare negli anni Novanta, per motivi di razionalizzazione organizzativa, considerati anche i limiti di operare in uno stabilimento di impostazione ottocentesca e soggetto a diversi vincoli, dal Parco dell’Adda alla tutela Unesco, oltre che per esigenze di un miglioramento dell’efficienza e di riduzione dei costi. A questo proposito già nel 1998 era stata chiusa a Crespi la filatura, mantenendo solo la tessitura e la tintoria. Un anno fa era stata fermata anche una linea di tintoria, a seguito dell’ampliamento dell’attività nello stabilimento sardo.

Il 2003 per la Legler, come in generale per tutte le aziende del settore, è stato un anno caratterizzato da una forte crisi di mercato. «Sicuramente non riprodurremo i risultati del 2002 (ricavi di gruppo per 229,5 milioni e un risultato netto di 5,3 milioni NdR): i risultati risentiranno di una caduta del mercato che si può stimare intorno al 20-25% - commenta Cipolla - Questa caduta gravissima è legata alla discesa dell’economia dei nostri principali mercati di sbocco, alla crescente aggressività di nuovi operatori internazionali, sia all’anomala forza della nostra valuta che riduce la concorrenzialità sul prezzo».

Nei primi mesi dell’anno, intanto, dovrebbe concretizzarsi un progetto importante per l’assetto societario del gruppo, con l’ingresso della Regione Sardegna, attraverso una sua finanziaria, nel capitale della Legler Spa. Il gruppo controlla nell’isola tre stabilimenti, a Ottana, Macomer e Siniscola. «C’è un progetto che prevede la conversione di posizioni di finanziamento concesse dalla finanziaria della Regione Sardegna in capitale sociale - spiega Cipolla - L’ultima tappa è stata recentemente l’approvazione del progetto da parte del Consiglio regionale con 77 voti favorevoli su 78, con un astenuto. Riteniamo quindi che nei prossimi mesi di dovrebbe vedere l’ingresso della Regione nell’azionariato con una quota di minoranza».

Con l’accorpamento a Ponte San Pietro la Legler lascia definitivamente lo stabilimento di Crespi dove si era insediata trent’anni fa, mettendo la parola fine ad una tradizione tessile avviata il 25 luglio del 1878, con l’inizio della produzione del cotonificio della famiglia Crespi. La vocazione tessile, però, potrebbe essere recuperata in futuro. L’immobiliare che ha acquistato lo stabilimento ha infatti avviato un progetto per creare una sorta di cittadella del design, con laboratori artigiani e negozi. Il 2004 sarà dedicato a raccogliere le autorizzazioni necessarie.

(20/12/2003)

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