L'hi-tech salva il tessile
Bergamasca in prima fila

Il “tessile tecnico” cresce, nonostante la crisi, e l’industria bergamasca oggi si trova nelle condizioni di cogliere l’opportunità di riposizionarsi in segmenti produttivi più avanzati, in costante sviluppo, quali le applicazioni nell’ambito della sicurezza, attraverso il tessile cosiddetto “protettivo”, dello sport e dell’abbigliamento tecnico in generale.

E’ quanto emerge da una ricerca capillare, la prima svolta in Bergamasca dalla società di consulenza ingegneristica D’Appolonia spa di Genova e cofinanziata da Confindustria Bergamo e Camera di Commercio di Bergamo. Lo studio, presentato martedì alle imprese nella sede di Confindustria Bergamo, è stato progettato e realizzato per conoscere in profondità i mercati internazionali di sbocco per le applicazioni tecniche dei prodotti tessili tradizionali - sia in termini di dimensionamento, sia di potenzialità e trend di crescita nel breve e medio periodo - le barriere all’ingresso, i player esistenti e il livello tecnologico.

Già nel 2005, infatti, il valore globale del fatturato realizzato dal tessile tecnico rappresentava circa il 15% del giro d’affari complessivo di tutto il settore tessile-abbigliamento e il peso relativo dei volumi di produzione delle applicazioni non tradizionali ha mantenuto il trend di crescita nell’ultimo triennio, arrivando oggi a superare il 30% del totale textiles complessivamente prodotto in Europa. E’ per queste ragioni che la ricerca è stata focalizzata in ambito europeo e concentrata su specifiche produzioni e applicazioni.

Le informazioni acquisite hanno consentito, oltre alla mappatura dei mercati finali, l’individuazione dei segmenti e delle nicchie più promettenti in termini di valore aggiunto e potenzialità di espansione, al fine di orientare - soprattutto laddove non sia necessario un “salto tecnologico” rispetto alle strutture aziendali già attive - le scelte strategiche e i comportamenti operativi delle diverse aziende tessili ancora prevalentemente posizionate nelle produzioni di tipo tradizionale. Introducendo i relatori, il Presidente di Confindustria Bergamo, Alberto Barcella, ha sottolineato, ancora una volta, gli sforzi compiuti dall’Associazione su diversi fronti per “ricercare le soluzioni più adeguate ad accompagnare le aziende oltre la crisi economica internazionale” ed ha spiegato che l’obiettivo di questa analisi approfondita “è di aprire una strada alternativa a molte imprese che si trovano a fronteggiare, nei comparti tessili tradizionali, una contrazione progressiva delle quote di mercato e un’erosione dei margini, spesso sacrificati per mantenere livelli di produzione minimi accettabili”.

Quindi, il Presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Roberto Sestini, ha riconfermato l’impegno a supporto di ogni azione concreta per il rilancio e lo sviluppo di questo comparto, che nella nostra provincia si caratterizza con la presenza di una effettiva filiera produttiva. “La dimensione attuale del mercato mondiale ed europeo del tessile tecnico (in Europa la ricerca presentata ci dice che vale circa il 30% del tessile totale) – ha dichiarato Michele Tronconi, Presidente di Sistema Moda Italia - ci segnala un’importante direzione di marcia nella nostra diversificazione produttiva. Ricordo, ad esempio, che l’industria tessile giapponese si è quasi completamente riconvertita passando al tessile tecnico ed, in particolare, alla produzione di tessuti per i rivestimenti delle carlinghe degli aerei. I settori verso cui si indirizza il tessile tecnico (medicale, trasporti, abbigliamento sportivo e di protezione) sono tutti settori destinati a crescere. Una crescita in volume, che potrà accompagnarsi ad una crescita dei margini reddituali.

Lo sviluppo del comparto del tessile tecnico, se non è la soluzione complessiva delle nostra attuali difficoltà, rappresenta sicuramente una delle possibili strade da percorrere. Il fatto che negli anni più recenti abbia segnato una flessione inferiore a quella del tessuto tradizionale è già da sola un’indicazione di lavoro per gli imprenditori del settore.”

Il presidente del Gruppo Imprenditori Tessili e Abbigliamento di Confindustria Bergamo, Alberto Paccanelli, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione sulle reali possibilità di costruire, nell’ambito del “tessile protettivo e tecnico-sportivo” gamme di prodotto specifiche, in tempi relativamente rapidi. “Sono campi nei quali il tessile bergamasco - ha dichiarato Paccanelli - è già oggi in grado, per le conoscenze e le tecnologie di cui dispone, di adattare il processo produttivo, ancora orientato al tessile tradizionale, a nuovi ambiti, senza trasformazioni particolarmente rilevanti”.

Paccanelli si è poi soffermato sui settori che possono rappresentare sbocchi nuovi e interessanti per le industrie manifatturiere tradizionali, quali: l’ecotessile, il geotessile e l’agrotessile, vale a dire il variegato mondo delle fibre eco-compatibili, materiali artificiali, assai versatili per i molteplici campi d’applicazione. In termini di valore unitario, le applicazioni tessili nel settore della protezione personale e antinfortunistica sono quelle più remunerative, seguite da vicino dai prodotti impiegati nel settore dello sport; le prospettive più interessanti in termini di volumi di produzione, invece, si individuano nelle applicazioni destinate al settore industriale, dei trasporti e dell’imballaggio. Infine, analizzando le statistiche in termini di tasso di crescita registrato tra il 2000 e il 2005 indubbiamente, sia in termini di volumi (+34%) che in termini di valore (+30%), le migliori prospettive riguardano il settore degli eco-tessili (sistemi di drenaggio e prevenzione dell’erosione, sistemi di filtrazione e sistemi antirumore) seguito a ruota dal settore medicale (rispettivamente +25% e +24%) e dei geo-tessili (+25%).

“Oltre l’alto valore aggiunto che lo caratterizza – ha concluso Paccanelli – va sottolineato che, ancora oggi, il tessile tecnico viene prodotto prevalentemente in Europa (Olanda e Germania), ciò significa per le nostre imprese competere sui mercati con strutture di costo confrontabili. Ma, soprattutto - ha ribadito il Presidente degli industriali tessili e dell’abbigliamento - possediamo gli asset e il know-how per sviluppare e aggiungere alle produzioni tradizionali prodotti che non abbiamo ancora studiato a fondo”. Prospettive concrete, quindi, e ampi gradi di innovazione e miglioramento da implementare, che le imprese bergamasche, e più in generale il tessile italiano, sono fin d’ora in grado di cogliere. E’ quanto emerso chiaramente dal pomeriggio di riflessioni approfondite su progetti già collaudati, risultati concreti di una ricerca capillare volta a stimolare il mondo imprenditoriale a riconsiderare le produzioni orientate al mercato tradizionale alla luce di nuove prospettive, per individuare campi di sviluppo e applicazioni avanzati, ad alto potenziale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA