L’industria bergamasca ha sempre il fiatone e all’orizzonte non si intravede la ripresa

In un quadro di complessivo rallentamento della produzione industriale lombarda (-0,7% la variazione tendenziale media regionale), l’industria bergamasca registra un arretramento di un punto percentuale rispetto ai livelli dell’anno scorso. Anche nel confronto trimestre su trimestre la variazione è di -1%. Il dato emerge dall’Indagine regionale realizzata da Unioncamere, Confindustria e Regione Lombardia, con la collaborazione delle Associazioni artigiane.

La dimensione e l’intensità della contrazione sono modeste, ma pare interrompersi la lenta risalita che oltrepassava la depressione apertasi tra il terzo trimestre 2001 e il terzo trimestre 2002. Si è ancora in una fase di stagnazione e gli indicatori prospettici lasciano intravedere un terzo trimestre ancora piatto. Il tasso di utilizzo degli impianti (al 77,1%) è in calo. Quasi un terzo delle industrie del campione denuncia un calo su base annua della produzione del 5% e oltre.

Le imprese di grandi dimensioni - con più di 200 addetti - con una riduzione del -2,4% della produzione annua vanno peggio delle medie e delle piccole. Per quanto riguarda i settori, 9 su 13 sono in fase negativa: mezzi di trasporto (-8,4% la variazione annua), legno-mobili (-6,5%), abbigliamento (-4,4%), carta-editoria (-2,6%), pelli-calzature e tessile (-2,5%), siderurgia (-2,1%), meccanica (-0,4%) e chimica (-0,3%).

In crescita gli alimentari (+4,3%), la gomma-plastica (+2%), i minerali non metalliferi (+1%) e le industrie varie.

Il fatturato cresce, mediamente di un punto percentuale sull’anno scorso, ma meno del tasso d’inflazione. Variazioni negative riguardano il fatturato interno ed estero di tutto il comparto tessile-abbigliamento. Il fatturato interno è in calo anche per chimica, alimentari e carta-editoria. Nella meccanica le vendite sul mercato nazionale sono al +2,3%, quelle sul mercato estero ad un più contenuto +0,8%.

Segnali poco incoraggianti dagli ordinativi. La variazione trimestre su trimestre è negativa sia per gli ordini interni che per quelli esteri. Ricalcolata su base annua la dinamica è positiva ma in rallentamento sul trimestre precedente: +1,1% gli ordini interni, +2,7% quelli esteri.

L’occupazione nel trimestre è in leggero calo (-0,2%) come risultato di un tasso di ingresso del 1,94% e di un tasso di uscita del 2,14%. Nella meccanica l’occupazione tiene (+0,13%), flette nel tessile (-0,26%). Diminuisce anche il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria che ha coinvolto il 4,7% delle aziende del campione per una quota dello 0,15% del monte ore trimestrale.

Le prospettive per il trimestre successivo sono nettamente pessimistiche. Anche mettendo in conto la previsione «non destagionalizzata» dell’imminente rallentamento estivo, rimane evidente un mutamento del clima di fiducia delle imprese.

Per quanto riguarda le aziende artigiane manifatturiere si conferma una produzione tendenziale in calo (-1,3%). Per quanto riguarda i singoli comparti si segnalano i risultati tendenziali della meccanica (-1,4%), del legno-mobili (-1,3%), del tessile (-6,1%) e dell’abbigliamento (+1,2%). Ancora più forte la riduzione del fatturato totale (-3,3%), mentre il fatturato dall’estero si contrae di oltre il -6%. In calo nel trimestre gli ordinativi (-1,5 quelli interni, -3,8 quelli esteri) e l’occupazione (-0,6%).

Anche le prospettive delle aziende artigiane sono negative: i saldi percentuali sono -14,4% per la produzione, -7,5% per la domanda interna, -21,1% per la domanda estera, -2,5% per l’occupazione.

(28/07/2003)

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