L'Ubi ferma l'utile a 38 milioni
La frenata dal calo dei tassi

Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre con un utile di 38,1 milioni, in crescita del 56,6% rispetto ai 24,3 dello stesso periodo del 2009. Il dato risulta però in calo del 64,5% se non si tiene conto degli eventi non ricorrenti che avevano inciso negativamente sui conti del primo trimestre 2009.

Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre con un utile di 38,1 milioni, in crescita del 56,6% rispetto ai 24,3 dello stesso periodo del 2009. Il dato risulta però in calo del 64,5% se non si tiene conto degli eventi non ricorrenti che avevano inciso negativamente sui conti del primo trimestre 2009 per 82,9 milioni (al netto della fiscalità e dei terzi) per effetto delle rettifiche di valore su partecipazioni disponibili alla vendita (75,4 milioni) e alla svalutazione di un hedge fund (8,6 milioni).

Per quanto riguarda il conto economico i proventi operativi sono scesi (a 853 milioni dai 996 dell'analogo periodo del 2009) per effetto principalmente della riduzione del margine d'interesse (meno 18,3%, a 533,3 milioni dai precedenti 652,9) che sconta il calo dei tassi di mercato e del differenziale, non compensato da una debole dinamica dei volumi legato alla debolezza della domanda, oltre alla ricomposizione di attivi e passivi verso forme tecniche a maggior durata, rispettivamente meno remunerative e maggiormente onerose.

I dati di bilancio sono stati diffusi venerdì mattina all'inizio di una seduta di Borsa pesantissima soprattutto per i titoli finanziari: al termine della giornata il titolo Ubi ha perso l'8,31% con un prezzo di riferimento di 7,77 euro, ai minimi da marzo 2009.

In serata infine è stato diffuso il comunicato che annuncia da parte del Consiglio di sorveglianza l'accertamento del possesso dei requisiti di profesisonalità, onorabilità e indipendenza sui consiglieri di sorveglianza nominati dall'assemblea del 24 aprile. Lo stesso ha fatto il giorno prima il Consiglio di gestione riguardo ai consiglieri nominati dal Consiglio di sorveglianza, individuando la qualifica di consigliere indipendente per Andrea Moltrasio. È stato anche diffuso l'elenco delle quote azionarie possedute dai componenti dei due Consigli.

Questa la situazione in quello di sorveglianza: presidente Corrado Faissola (10.215 azioni), vicepresidente vicario Giuseppe Calvi (42.000), vicepresidente Alberto Folonari (1.063.630 e 286.857 in nuda proprietà), vicepresidente Mario Mazzoleni (11.252), Battista Albertani (16.067). Giovanni Bazoli (70.747), Luigi Bellini (13.385), Mario Cattaneo (250), Silvia Fidanza (5.765), Enio Fontana (1), Carlo Garavaglia (274). Alfredo Gusmini (65.000), Pietro Gussalli Beretta (300),. Giuseppe Lucchini (431.086), Italo Lucchini (35.163), Federico Manzoni (13.300), Toti S.Musumeci (2.036), Sergio Orlandi (115.587), Alessandro Pedersoli (5.463), Giorgio Perolari (65.000), Sergio Pivato (250), Roberto Sestini (50.273), Giuseppe Zannoni (625.000). Questa invece la situazione nel Consiglio di gestione: presidente Emilio Zanetti (262.682 azioni), vicepresidente Flavio Pizzini (8.000), consigliere delegato Victor Massiah (97.003), Giampiero Auletta Armenise (263.109), Giuseppe Camadini (736.150), Mario Cera (35.039), Giorgio Frigeri (11.918), Andrea Moltrasio (4.500), Guido Lupini (16.000), Franco Polotti (2.000).

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