Manifestazione a Brescia «Il latte italiano è da difendere»

C’erano anche alcune centinaia di allevatori bergamaschi fra i circa 50mila che hanno sfilato per le strade di Brescia in due cortei separati, organizzati rispettivamente dalla Confagricoltura e della Coldiretti, per chiedere di fermare la produzione di latte abusivo e «a difesa del latte italiano». Le due manifestazioni si sono snodate per le strade della città lombarda per concludersi a piazza della Vittoria e a piazza della Loggia, entrambe nel centro della città.

«Siamo qui per chiedere un impegno forte e al Governo e all’Europa per la tutela dell’agricolutura nazionale che deve essere messa al centro della politica economica del Paese», ha detto il presidente nazionale Confagricoltura, Federico Vecchioni, che ha concluso la manifestazione partita da Brescia 2 alla quale hanno partecipato, secondo gli organizzatori, 15mila allevatori.

«Tutto il Governo italiano si faccia promotore - ha chiesto Vecchioni - con forza di un’iniziativa a tutela di chi alimenta la filiera agroalimentare nazionale». In particolare, confagricultura chiede, che «il regime delle quote non venga smantellato in modo generalizzato e chi in questi anni ha prodotto latte regolare sia tutelato». 

Il corteo della Coldiretti, a cui hanno partecipato 40mila allevatori, secondo le stime della stessa Coldiretti, si è aperto con una mucca in carne ed ossa, la mucca «Onestina, con licenza di produrre latte italiano buono, controllato e sicuro per tutti». Numerosi i cartelli esposti dai manifestanti vestiti di giallo. Uno per tutti: «Il latte abusivo sporca la qualità del Made in Italy».

Al termine della manifestazione il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha sottolineato la necessità di fermare la produzione di latte abusivo: «In Italia una considerevole produzione di latte si pone al di fuori dei circuiti ufficiali e non offre certezze in termini di sicurezza alimentare a danno dei consumatori e crea una forte condizione di disparità in termini di concorrenza nei confronti degli allevatori che operano legalmente».

(29/11/2007)

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