«Milano Unica» apre i battenti
E Silvio Albini passa la mano

Dopo quattro intensi anni di presidenza pare che Silvio Albini lascerà l’incarico.

Milano Unica si apre oggi con uno sguardo sempre più internazionale, un’attenzione spiccata verso la sostenibilità e un cambio al vertice che tocca da vicino la Bergamasca. Dopo quattro intensi anni di presidenza pare che Silvio Albini lascerà l’incarico. Il presidente dell’omonimo cotonificio di Albino passa la palla a un imprenditore che dovrebbe arrivare dal mondo laniero, come i suoi predecessori Pier Luigi Loro Piana e, prima ancora, Paolo Zegna.

Questi ultimi due imprenditori avevano diretto Milano Unica per tre anni, mentre Albini chiude il suo quarto anno, con un’esperienza che ha trasformato completamente la manifestazione, più aperta al mondo e, nello stesso tempo, più ancorata al valore italiano del saper fare bene i tessuti. Con Albini che commenta il suo ruolo da presidente: «In questi anni c’è stata un’unità d’intenti molto significativa – dice -. Con nuove avventure: Milano Unica è andata a Shanghai e a New York, portando relazioni e sviluppi: nuove le presenze internazionali e le aperture importanti, in particolare verso la Corea e il Giappone».

E poi un collegamento con il territorio nazionale, solidificando il ruolo di Milano, portando nel suo cuore – quest’anno via Montenapoleone – la moda emergente: nella serata di martedì 8 settembre è infatti in programma una sfilata con dieci talenti che presenteranno le proprie creazioni. La fiera, in programma fino al 10 settembre al Portello di Fieramilanocity, è così espressione «delle tendenze della moda che verrà» sottolinea Albini. Un salone che parla di tessuti e che si fa sempre più internazionale: 404 gli espositori di cui 333 italiani (una ventina i bergamaschi) e 71 esteri, in linea con i partecipanti all’edizione del settembre 2014, a cui si affiancano le 47 aziende che partecipano all’Osservatorio Giappone, cresciute del 62% rispetto alla prima edizione, e le 10 aziende che partecipano al debutto dell’Osservatorio Corea. La presenza di aziende estere sale così a 128 (+77,7%).

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