Pensioni, i lavoratori delle Poste:
«L'uscita anticipata si allontana»

I lavoratori di Poste Italiane hanno consegnato al Prefetto di Bergamo, Camillo Andreana, una lettera affinchè impegni il Governo a trovare soluzioni in merito alla riforma pensionistica che ha prodotto cambiamenti per chi era sulla porta della pensione.

I lavoratori di Poste Italiane hanno chiesto un «intervento presso l'autorità di Governo affinché si trovino le giuste soluzioni al problema» e hanno messo la loro richiesta nero su bianco in una lettera che Cgil, Cisl e Uil, insieme ai rappresentanti di categoria di Slc-Cgil, Slp-Cisl e UilPost, hanno consegnato questa mattina al Prefetto di Bergamo, Camillo Andreana: i sindacati hanno portato sul tavolo della Prefettura la difficile vicenda di chi, ex postale, è finito nel vicolo cieco dell'ultima riforma pensionistica, dopo aver sottoscritto con Poste Italiane un piano di esodo anticipato con accompagnamento alla pensione che ora, invece, si allontana.

Ricordiamo che se a livello nazionale si stima siano 5mila, a Bergamo sarebbero circa 100 i lavoratori coinvolti (il numero potrebbe essere sceso di qualche unità alla luce delle modifiche apportate in Parlamento con l'approvazione del Decreto Mille Proroghe).

All'incontro di martedì mattina ha partecipato anche un piccolo gruppo di 4 lavoratori coinvolti dall'esodo, in rappresentanza di quelli rimasti all'ingresso della Prefettura in attesa di conoscere gli esiti del confronto. Nella lettera si legge: «Le ultime modifiche legislative, intervenute a seguito dell'ultima manovra finanziaria denominata ‘Salva Italia', hanno profondamente modificato le prospettive di coloro che, all'epoca della sottoscrizione dei citati accordi, prevedevano di andare in pensione in una data che oggi è stata stravolta. La situazione venutasi a creare è che circa 5mila ex lavoratori di Poste Italiane, di cui un centinaio in provincia di Bergamo, sono rimasti senza lavoro e senza la possibilità di percepire la loro pensione alla data preventivata prima dell'emanazione del decreto legge 6 dicembre 2011 nr. 211. Si sono, di fatto, allungati di oltre tre, quattro, cinque anni i termini per il raggiungimento dei requisiti della pensione e pertanto la somma pattuita tra le parti per soddisfare le annualità che dovevano precedere la pensione è molto inferiore e incongrua rispetto alle esigenze e alle aspettative di vita (…)».

«Le proposte di modifica parlamentare contenute nel decreto Milleproroghe risolvono solo in parte la situazione che abbiamo rappresentato, consentendo solo ad alcuni di noi di rimanere ancorati alla vecchia normativa previdenziale, ma mantenendo le nuove condizioni pensionistiche per una platea di esodati, che nelle sole Poste Italiane tocca diverse migliaia di ex lavoratrici e lavoratori».

«Siamo soddisfatti dell'attenzione che il Prefetto ha dimostrato di avere oggi per la situazione che stanno vivendo decine di ex lavoratori postali nella nostra provincia» ha detto poco fa Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil, presente questa mattina all'incontro.

“Si è fatto carico della questione e ha ricevuto la lettera con l'appello dei dipendenti di Poste”. “Dopo l'incontro di stamani, certi di un interessamento attivo da parte del Prefetto, passiamo ora alla prossima mossa, quella di coinvolgere i parlamentari bergamaschi affinché a Roma l'attenzione su questa delicata vicenda non venga meno” ha concluso Paolo Turani della Slc-Cgil di Bergamo.

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