Popolare Vicenza: stop alla quotazione
Banche deboli, trascinano giù la Borsa

Le perplessità sull’efficacia del decreto governativo sui crediti problematici e lo stop alla quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza piegano i bancari di Piazza Affari e fanno del Ftse Mib l’unico indice in rosso in Europa.

Se Francoforte (+0,8%) è la migliore approfittando del balzo di Allianz (+3,5% dopo la trimestrale) e del miglioramento dell’attività manifatturiera di aprile, il listino milanese scivola dello 0,97% con l’indice dei bancari giù di oltre il 3%. E diverse sospensioni dei titoli bancari.

Banco Popolare (-7,3%) e Bpm (-6%) sono le più penalizzate, male anche Mps (-5,5%) e Unicredit (-3,7%). Con il greggio che corregge dell’1% circa a New York a 45,42 dollari al barile nella consegna giugno, Saipem cade del 5,2%, Eni del 1,8%. In evidenza il riscatto del lusso (+3,7% luxottica, +3% Moncler).

Attesa per le immatricolazioni europee di Fiat Chrysler (+2,1%) che lunedì 2 maggio ha scorporato, in vista della distribuzione ai soci, la partecipazione in Rcs Mediagroup. Balzo del 4,8% per l’editoriale milanese: secondo rumors alcuni soci storici sono al lavoro per una controfferta da opporre a quella di Urbano Cairo.

Per la prima volta da fine agosto, l’euro/dollaro riaggancia quota 1,15 sulla scia delle dichiarazioni del presidente Bce Mario Draghi («Non c’e’ alternativa a politiche espansionistiche continuate») ma anche del deludente dato sul manifatturiero Usa ad aprile: il cambio si attesta a 1,1508 da 1,1448 di venerdì. Euro/yen a 122,62 da 122,32 yen, Dollaro/yen a 106,50 dollari (da 106,82).

La Popolare di Vicenza «è in sicurezza e l’importante è questo». Così l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che, alla domanda se sia meglio che l’Istituto non vada in Borsa, replica: «Credo che sia abbastanza indifferente, l’importante è che la banca abbia capitale a sufficienza per poter lavorare tranquillamente e questo obiettivo è stato raggiunto»,

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