Raddoppia l’export verso la Cina

Dal 2000 al 2001 le esportazioni bergamasche sono salite da 103 milioni di euro a 216 milioni e 498 mila. L’importanza dell’ufficio di rappresentanza di Shangai

I dati più significativi riguardano i prodotti trasformati e manufatti, che fanno naturalmente la parte del leone occupando quasi tutta la quota di esportazioni. Il trend è crescente dal 1999 con quasi 70 milioni di merci manifatturiere vendute tre anni fa, oltre 103 milioni nel 2000. Punta di diamante è l’ufficio di rappresentanza della Camera di commercio di Bergamo a Shangai, l’unico aperto in tutto il mondo, che ora compie tre anni. E non ha ancora smesso di crescere.
Gestita dall’anno scorso da Assist, la joint-venture fra Camera e Unione industriali per i servizi all’internazionalizzazione delle imprese, la sede cinese è una realtà in evoluzione. Dal 1999 a oggi, dopo una prima fase di orientamento e rodaggio, ha servito sessanta imprese bergamasche interessate al mercato di Pechino, entrato di recente nella Wto (l’organizzazione mondiale del commercio).
Un mercato dove è più facile andare ad approvigionarsi che a vendere. Un mercato che si sta aprendo e che ha cominciato la rincorsa al consumismo di tipo occidentale. Non a caso Shangai è definita la New York d’Oriente. Là dove c’erano solo paludi, ora svettano i grattacieli.
E in uno di questi, il Palazzo Lombardia, la Camera di commercio, in partnership con i colleghi bresciani, lespansione continua. «Un mercato di oltre un miliardo di persone non poteva essere trascurato», racconta Alfredo Valenti, responsabile delle attività promozionali all’estero della Camera di commercio, ricordando gli inizi. «Quello cinese - aggiunge Valenti - è un mercato difficile, con una cultura diversa. Abbiamo imparato che è soprattutto un mercato esportatore, perché i cinesi si fabbricano di tutto. La loro politica è attrarre gli investimenti. Dicono: venite a lavorare con noi».
Sull’Eco di Bergamo dell’8/10/02

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